La penna degli Altri 27/03/2018 18:21

Intervista a TvBoy: «Tolto Totti mentre le buche stanno ancora lì»

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La maggior parte dei giornali si è soffermata sulle reazioni degli stessi politici alle opere firmate TvBoyIl Romanista ha pensato che potesse essere interessante contattare direttamente lui, l'artista. Anche perché in questi giorni gli sono stati in bocca significati altri da quello che, ci spiega, voleva far passare lui. Ecco il risultato di una lunga chiacchierata telefonica con il gentilissimo Salvatore Benintende, che non ha avuto paura di sbilanciarsi anche su tematiche scottanti per Roma e per l'Italia. Chiaramente siamo partiti dal suo omaggio a Francesco .

Tu hai realizzato un'opera che si chiamava "San Francesco da Roma".
«Sì, lo hanno già cancellato. Ne avevo fatto prima uno con come "ottavo re di Roma", davanti al Bar del Fico, un anno fa e l'hanno strappato. Questo mi aspettavo durasse un po' di più e invece c'è stata proprio una campagna di demolizione: li hanno tolti tutti. Di solito qualche giorno o qualche anno durano, per cui vuol dire che c'è stato un ordine dall'alto».

Alcuni nostri lettori hanno commentato la notizia chiedendo: «Che senso ha mischiare il calcio con la religione?». In effetti c'è un altro Francesco a Roma, il papa, a cui tu hai dedicato più di un'opera.
«Ho realizzato "Super Francisco" col papa che si apre la tonaca ed esce fuori la maglietta con la "S" di Superman, e anche un'opera intitolata "Il Bene perdona il Male" con un altro bacio, quello tra papa Francesco e Trump».

Sei stato tacciato di blasfemia anche in quel caso.
«Quello di Trump e il papa non voleva essere però un bacio blasfemo, ma un bacio di perdono. Raffiguravo papa Francesco come un angelo e Trump con corna e pistola era il diavolo. L'avevo realizzato in vista del loro incontro di maggio dell'anno scorso».

Un'arte, la tua, molto ottimista, quasi naïf, che spesso è stata fraintesa.
«Sì, e questa sorta di ingenuità, questo sguardo pulito, che non punta a dare risposte ma a sollevare domande, è anche sintetizzato nel segno distintivo di TvBoy».

Cioè?
«Se Banksy si firma con un topolino, il simbolo ricorrente di TvBoy è appunto un bambino con la testa incastrata in un televisore. Il bambino sottolinea proprio questa voglia di uno sguardo pulito, senza pregiudizi. Mentre la televisione è dedicata alla mia generazione, quella cresciuta negli anni Ottanta. Quella successiva è la generazione dei cellulari, ma la mia è decisamente quella della televisione».

(...)

(Il Romanista - V. Mira)

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