La penna degli Altri 12/02/2018 16:42
IL PUNTO DEL LUNEDI' - DE CALO': "Corsa Champions tra squadre malate" - CARMELLINI: "Troppa fatica col Benevento"
Seconda vittoria consecutiva per la Roma che dopo il Verona supera un'altra neopromossa, il Benevento, per 5-2. La squadra di Di Francesco, con i 3 punti di ieri, si riprende il 4° posto ai danni della Lazio e alle spalle dell'Inter ora terza. Oltre a Juventus e Napoli, in lotta esclusiva per lo scudetto, c'è un'altra corsa incandescente, quella per gli ultimi due posti che danno diritto alla Champions League il prossimo anno.
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
(..) La stagione entra nel vivo, se Napoli e Juventus, ognuna alla propria maniera, mantengono un ritmo eccezionale, alle loro spalle la situazione è tutta da decifrare. Nello spazio di soli 90 minuti, la classifica è completamente mutata. Da che la Lazio doveva prendere il volo, forte del 3° posto e di prestazioni convincenti, al momento attuale, dove, dopo tre sconfitte consecutive, si ritrova scavalcata dalle sue avversarie. II ritorno al successo contro il Bologna dell'Inter, e la goleada della Roma al Benevento, seppur importanti, non bastano a mettere la parola fine al loro momento di difficoltà. Ci sarà bisogno di altre verifiche, così come Lazio dovrà capire quali sono i suoi attuali problemi. Di certo, i tanti impegni l'hanno resa stanca e meno lucida, ma i limiti difensivi, coperti dall'ottimo rendimento della squadra, sono evidenti. A Inzaghi il compito di studiare le giuste soluzioni, alla squadra di ritrovare lo spirito di qualche settimana fa.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Si sblocca la Roma, a fatica ma finalmente torna a segnare più di un gol (cinque, prima volta in questa stagione), rimette un piede in zona Champions, scavalca la Lazio e si porta a un punto dall’Inter terza in classifica. Ma anche stavolta tanta fatica, parte sotto consentendo al Benevento (7 punti in classifica mai una vittoria in trasferta e quarto gol in 24 gare lontano da casa: mai fatti due nella stessa partita) di andare in vantaggio e tenere i padroni di casa sulla corda per un’ora buona. Poi, dopo il pari di Fazio, la Roma ritrova anche i gol dei suoi attaccanti sui quali c’è bello grosso il sigillo del giovane turco Under: migliore dei suoi. Prima mette sulla testa di Dzeko una palla sulla quale c’è sopra scritto “spingere” che vale il gol numero 48 del bomber bosniaco (che resta impassibile, non esulta, quasi scocciato… Mah) e il vantaggio romanista.
Quindi il timbro personale, secondo consecutivo in due gare: non male per un giocatore che in molti avrebbe già voluto rispedire al mittente. Può bastare? No, perché il giovane turco realizza, con un gran gol, la sua prima doppietta in Italia. La seconda rete di Under manda in orbita la Roma che trova però ancora il modo e il tempo per incassare un altro gol: altra distrazione incredibile di una squadra che non può concedere queste cose. Perché si la Roma ha vinto, risultato finale 5-2 (primo gol in giallorosso di Defrel dal dischetto) ma va anche fatta la tara di un rivale troppo inferiore che per certi versi, nonostante gli innesti arrivati a gennaio, non fa testo. Tutto il Benevento guadagna meno del solo Dzeko. Resta la classifica e il significato di questi tre punti che cambiano solo la classifica momentanea, ma fanno da preludio a un finale di campionato incandescente per gli ultimi due posti utili per la Champions del prossimo anno. È corsa a tre con Inter e Lazio, tre squadre chiuse in altrettanti punti e un calendario che può fare tutta la differenza del mondo con gli impegni di coppa che peseranno come macigni. Quattordici giornate da giocare, la strada è ancora lunga ed è chiaro che andrà avanti chi sbaglierà meno.
GAZZETTA DELLO SPORT (A. DE CALO')
La perla di Karamoh che sradica l’Inter dalle sabbie mobili di una noiosa crisi, rilanciandola al terzo posto, è figlia di una necessità. Anche i gioielli di Under, esibiti con la Roma all’Olimpico rispondono alla stessa forza motrice. Fanno rima con la doppietta di sabato del baby Cutrone, sono la zampata dei ventenni che tolgono un po’ di polvere e scuotono il campionato. Eh, la necessità. Forse nessuno conosce, come Luciano Spalletti, il valore di questa parola chiave. Senza un’improvvisa necessità, sotto la sua guida il grande Totti non sarebbe diventato centravanti, allungandosi la vita sul campo, e non avrebbe mai vinto la Scarpa d’oro. La metamorfosi del capitano della Roma si era materializzata per la prima volta in un giorno di dicembre del 2005, contro la Samp a Genova, quando il tecnico toscano si era trovato a dover giocare senza Cassano, Montella e un poco memorabile Nonda. La svolta di Totti prima punta si era rivelata geniale: più o meno come quella fatta da Sarri con Mertens, a Napoli, il giorno dopo l’infortunio di Milik. Avvicinare Totti all’area di rigore – ripeteva Spaletti – è come mettere la volpe vicina al pollaio, “trova sempre lo spazio per creare terrore”. (..) Lo scudetto è un match stellare tra Napoli e Juve. Gli altri due posti Champions sono una partita fra tre squadre malate o convalescenti: i nerazzurri, la Lazio (al terzo kappaò di fila) e la Roma che scavalca i biancocelesti ma fatica prima di battere in rimonta il piccolo Benevento. Come Karamoh a San Siro, all’Olimpico il protagonista è Cengiz Under, turco di vent’anni, capace di inventare un assist e due gol super che decidono il match. Anche qui, le scelte che permettono a Di Francesco di scollinare sono figlie di una necessità. La squadra si stava perdendo attorno alla partenza di Dzeko. Il bomber è rimasto, il 4-2-3-1 sta riportando risultati e fiducia nella Roma: gli ottavi di Champions con lo Shakhtar sembrano meno in salita. (..)
IL GIORNALE (T. DAMASCELLI)
La non notizia diventa uno scoop: l'Inter ha vinto. L'evento viene celebrato, di colpo, con il terzo posto, fino a ieri quasi un sogno. Non conta come ma conta il risultato, anche se il Bologna ha chiuso in 9, per due espulsioni sacrosante. Capita invece che la Lazio, nel giro di due turni, da sicura candidata alla Champions, si risvegli dal sogno con l'incubo reale del quinto posto, fuori dal giro, per colpa di due sconfitte, senza alibi quella con il Genoa, prevedibile quella di Napoli anche se le due facce, tra primo e secondo tempo, offerte dalla squadra di Inzaghi, non possono avere spiegazioni se non nella mancanza di personalità, tra molti narcisi e alcune gaffe difensive. Inter e Roma, quest'ultima ha scoperto il gioiello turco Cengiz Under, alle spalle dei soliti noti in fuga.
LA REPUBBLICA (M. CROSETTI)