La penna degli Altri 04/01/2018 17:08
Papà Aldrovandi: “Il volto di Federico unisce. Vietarlo è inaccettabile”
«Questo linguaggio, questo burocratese ottuso, questa cieca persecuzione di un ricordo interrompe quel percorso di comprensione reciproca e didialogo che dal 2012 avevamo intrapreso con le forze dell’ordine, noi che abbiamo perso un figlio di diciott’anni a calci, pugni e manganellate».
«I ragazzi della Spal e delle altre tifoserie introducono negli stadi assieme al volto di Federico un messaggio di pace e di fratellanza. Non c’è violenza, non c’è odio, non c’è alcun sentimento negativo. Solo una carezza a un ragazzo che non c’è più, che amava la sua città e la squadra che la rappresenta. Niente di diverso da quell’amore che i supporter della Ovest esprimono intervenendo a ogni iniziativa che portiamo avanti con la nostra associazione per tenere viva la memoria di nostro figlio».
Era la partita contro il Cagliari, ho pianto a lungo e ho ricordato certe domeniche, io che torno a casa e Federico che mi chiede “papà, cosa ha fatto la Spal?”. I miei ragazzi, li chiamo così i tifosi biancoazzurri, sono tutti miei figli, sono come Federico, come sarebbe oggi e com’era allora Federico».
«Quel che sta accadendo mi sta facendo soffrire una volta di più, come se quanto già trascorso non fosse abbastanza, e ogni volta, ogni divieto, ogni multa è una coltellata nel cuore. Ma ci sentiamo difesi e aiutati da una comunità coraggiosa e sempre più grande e trasversale, da tanti ragazzi che ci vogliono bene e che vogliono con noi portare avanti il messaggio di uno sport con un cuore, con sentimenti, capace di commuovere e di insegnare qualcosa».
«Nella stragrande maggioranza dei casi qualcosa di sano, di antico e di vitale».
«Ci sono individui e alcuni di loro sbagliano. L’errore più grande è parlare dei “tifosi” come di un corpo unico, quando invece la responsabilità, per il nostro codice penale, è sempre individuale. Ricordiamocelo. E non facciamo processi sommari, né processi alle intenzioni. Non dimentichiamo che parliamo di ragazzi che spesso provengono dalle periferie e che vedono nella partita un momento di uguaglianza e di aggregazione. I colori biancoazzurri riuniscono Ferrara come non fa nient’altro».
«Solo da tifosi. Non dalla Spal, non dalle istituzioni sportive. Forse perché nessuno ha capito da che parte stare. E questo è l’altro problema vero: pensare che il volto di Federico possa dividere anziché unire».