La penna degli Altri 29/01/2018 16:39
La Roma è sparita, è crisi: tutti i numeri del tracollo
Sparita. Scomparsa. Volatilizzata. Evaporata. Sciolta. Naufragata. Umiliata. Ciancicata. Scegliete voi il participio passato che preferite, vanno bene tutti purtroppo. In ogni caso, è un disastro. Più o meno annunciato dato che quello che abbiamo visto nell'ultimo mese e mezzo, è stato un calvario che forse non si augurerebbe neppure al peggior nemico. Il tutto, per l'esattezza, in quarantrè giorni. Dal sedici dicembre a ieri sera quando, perlomeno, si spera di aver toccato definitivamente il fondo, pur nella consapevolezza che purtroppo c'è sempre il fondo del fondo. I numeri, in questo senso, sono impietosi. (...) Partendo proprio da quel sedici dicembre che sembra lontano anni luce. In una serata di pene e smoccolamenti, il sedici dicembre i giallorossi riuscirono a battere il Cagliari all'Olimpico nei minuti di recupero con una zampata di Fazio diventato centravanti, gol peraltro fortemente contestato dai sardi per un presunto fallo di mano dell'argentino, ma comunque convalidato dall'arbitro Damato dopo regolare consultazione del Var. La classifica in quel momento recitava Napoli in testa a quota quarantadue, la Juventus a un punto, l'Inter a due, noi, la nostra Roma, a quattro con tanto di asterisco a fianco perché bisognava ancora recuperare la gara in trasferta con la Sampdoria, la Lazio a guardarci le chiappe a cinque punti di distanza pure lei, comunque, con l'asterisco al fianco. E si diceva: se si vince a Genova contro la Doria, siamo a pari punti con la Juve, a un solo punto dal primo posto del Napoli. (...)
Quarantatrè giorni dopo, il quadro è stato sfregiato in maniera irreversibile. (...) Da quel sedici dicembre sono state giocate cinque giornate di campionato (c'è stata la sosta di due settimane). Sei per la Roma, così come per Lazio, Sampdoria e Udinese che mercoledì scorso hanno tutte recuperato la rispettive partite. I numeri di queste cinque (sei) giornate sono un'autentica Caporetto. La Roma, pur con una partita in più, sarebbe penultima in classifica, limitandoci a questo periodo, con appena tre punti conquistati frutto di altrettanti pareggi, poi tre sconfitte (Juventus, Atalanta e ieri sera contro la Samp). Solo il Chievo è alle nostre spalle avendo conquistato appena un punto. Spal e Verona sono pure loro a quota tre. In questo lasso di tempo, abbiamo perso dodici punti da Juve e Napoli, dieci dalla Lazio, otto dall'Udinese, sette da Milan e Sampdoria, sei da Atalanta e Torino, addirittura tre pure dal Benevento. In queste sei partite abbiamo segnato appena quattro gol, subendone sette, proseguendo progressivamente in un'involuzione di gioco da mani nei capelli. (...)
Sono numeri che non concedono appelli. E il fatto di non essere riusciti a trovare anche solo una contromisura se non quella di mettere attaccanti quando si stava perdendo e difensori quando si stava vincendo (Inter), è un aggravante. Per tutti. (...) E certo non è un bel vedere da parte della gente romanista, pure quest'anno legittimata a sentirsi tradita da una squadra che, pure, con quel primo posto in un girone di Champions League che vedeva ai nastri di partenza Chelsea e Atletico Madrid, per l'ennesima volta si era illusa (pure noi) che in questa stagione ci si potesse togliere finalmente qualche soddisfazione. E invece adesso, a quarantatrè giorni dall'ultima illusione, siamo qui, tutti, nessuno si senta escluso, e noi ci siamo dentro certo non ci sottraiamo dalla lotta, a dover fare i conti con una stagione che sta scivolando verso il totale fallimento. Il tempo ci sarebbe per salvarla, ma il problema è che non c'è più la Roma.
(Il Romanista- P. Torri)