Il giorno dopo Inter-Roma, gli editoriali sui quotidiani parlano di due squadre in difficoltà. Il pareggio di San Siro fa felice soprattutto la Lazio che guadagna due punti su entrambe nella corsa alla Champions League. Un tempo per parte, con gli errori di Santon e Peres che decidono le sorti della partita. Fa discutere anche il mercato, con quella di ieri che potrebbe essere stata l'ultima partita di Dzeko con la maglia della Roma.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Alla fine ride solo la Lazio. A San Siro Inter-Roma finisce 1-1 e la vera vincitrice è la squadra di Inzaghi, che aggancia l’Inter e si ritrova lanciata da sola al terzo posto in classifica. Di Francesco fa tutto bene fino a un certo punto, cambia la sua Roma mette in campo un centro campo nuovo di zecca fatto di gente giovane con voglia, gambe e fantasia attorno all’esperienza di Strootman e la cosa funziona. Va avanti grazie a un gran gol di El Shaarawy ispirato dal migliore in campo dei giallorossi (il portiere Alisson senza il quale sarebbe finita diversamente), ma soprattutto grazie all’errore di Santon: un ectoplasma rispetto al giovane talento che qualche anno addietro sembrava dovesse diventare un fenomeno. Poi si spaventa, cambia e si mette tutto in difesa con cinque giocatori (alcuni dei quali impresentabili: Peres su tutti) barricati lì dietro. È l’errore che gli costerà la partita è forse la Champions perché adesso rimettersi in corsa sarà dura davvero, i punti di ritardo iniziano ad essere diversi e la classifica si va delineando avendo una sua fisionomia chiara. (..) Dietro la Roma che, come pronostico scritto su questo giornale a inizio stagione, giocherà fino all’ultimo per il quarto posto che vale l’accesso nell’Europa che conta della prossima stagione. Il mercato fatto in estate lo aveva detto, non è che ci volesse la sfera di cristallo eh… Tutto come da programma aspettando di vedere cosa succederà in questi ultimi giorni di mercato che possono nascondere ancora di tutto: e in quel tutto c’è anche il possibile addio di un pezzo da novanta come Dzeko che ieri sera a San Siro potrebbe aver giocato gli ultimi minuti della sua carriera da romanista. Che peccato.
CORSERA (M. SCONCERTI)
Inter e Roma si annullano e danno spazio alla Lazio, a mio avviso la terza squadra completa del campionato, non la migliore, ma la più adatta a tutto. Inter e Roma sono apparse vogliose e incompiute, l’Inter lunga e sbagliata nel primo tempo, occasionale. La Roma sotto nel secondo per piccoli eccessi atletici dei milanesi. È un risultato corretto, forse non giusto, ognuno lo può tirare dalla sua parte, ma corrispondente alla classifica. Entrambe le squadre salutano il campionato e cominciano a temere per la Champions. L’Inter ha un Rafinha di riserva, la Roma, sembra, solo molti doveri. Non ho capito come siano state preparate le partite. Nainggolan esterno all’inizio era una scelta leziosa. Gerson un’idea quasi disperata. L’Inter è quella di sempre, un po’ scontata se corre piano, quasi improvvisa quando ha molto bisogno. Nessuna delle due ha una grossa verità da mostrare.
LA REPUBBLICA (M. CROSETTI)
(..) L’
Inter e la
Roma hanno corso un po’ più che a Natale, anche se lo schizofrenico ma non brutto pareggio di San Siro restringe i lembi della loro Europa, è un risultatucolo che non serve a niente se non a riaccendere i motori. I giallorossi stavano per vincere, facendosi bastare un rilancio del portiere per l’ala destra, brava e scaltra, complice la papera di Santon. Ma nel finale hanno mollato e l’Inter ha pareggiato di slancio, ringhiando anche se troppo tardi. A margine ma neppure troppo, la pallida partita di Dzeko che forse davvero se ne andrà. Assurdo, incomprensibile. Forse bisognerebbe eliminare il mercato d’inverno che non rinforza nessuno ma può indebolire. Se un club come la
Roma è costretto a impegnare l’argenteria al monte dei pegni a metà gennaio, siamo messi proprio male. Anche perché dietro Napoli e Juve stanno sparendo tutti.
L’Inter era prima qualche settimana fa, e si è sciolta: se non segna Icardi, non tira quasi nessuno. La Roma rischia di smobilitare, anche se ha un gioco e qualche giocatore di livello (il portiere Allison sta diventando il migliore del campionato). (..)
GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)
[...] Sfumata l'euforia, sono tornate le antiche paure e sono emersi plateali lacune nella qualità del gioco. Nel primo tempo è stato imbarazzante l'impaccio in costruzione: la palla non usciva mai. Poi la Roma si è inspiegabilmente ritirata come una marea, senza ripartire, pur avendone ricche possibilità, e l'Inter si è meritata attaccando più con i nervi che con la testa. Partita emozionante, ma brutta, seviziata dagli errori tecnici. Vedi Santon che gira il remake di "Gresko 5 maggio" per agevolare il vantaggio del Faraone; e l'imbambolato Peres sul cross per Vecino. Quanta nostalgia a vedere
Totti in tribuna, se ora gli assist li fa Alisson e se Borja Valero ormai è questo. Nel complesso: due squadre pericolosamente involute rispetto alle belle promesse dei mesi scorsi. Se Inter e Roma sono queste, la Lazio di Tare può cominciare a ballare. [...]
IL GIORNALE (T. DAMASCELLI)
Le vie della Champions sono infinite. C'è quella verticale della Roma, che si illude di aver piazzato lo scatto vincente con tre tocchi: il lancio di 50 metri di Alisson per El Shaarawy, che si infila nella porta spalancata da Santon, controlla e segna con un tocco sotto d'alta scuola. C'è quella orizzontale dell'Inter che rivede la luce in fondo al tunnel, all'ennesimo cross che Vecino trasforma in oro. Perché potrebbe essere un lingotto di quelli pesanti per rientrare nell'Europa che conta. L'insistenza nerazzurra contro l'imprevedibilità giallorossa. Dal portiere in giù la Roma guarda sempre in avanti, mentre l'Inter cerca sempre il passa v o laterale. L'Inter è monocorde, una collezione di cross spesso di facile lettura perla difesa avversaria. Non è un caso che l'azione del palo di Icardi nasca da una delle rare volte in cui il centrocampista di turno alzi la testa verso l'area avversaria e non ner cercare terzini e ali che sembrano bullonati sulle fasce. Certo l'Inter nel finale sconta la fortuna della gara di andata, sbattendo soprattutto sulle parate prodigiose di Alisson. Al conto delle occasioni il pari sta stretto ai nerazzurri. Al conto dei punti è un pari che non fa svoltare due squadre rimaste ferme alla Signora, che sembrano arrivate. L'Inter non è più ripartita dopo lo 0-0 in casa della Juventus: tre pareggi e due sconfitte; la Roma uscita battuta dall'Allianz Stadium ha raccolto due punti in tre gare. Come se i bianconeri avessero demoralizzato le squadre di
Spalletti e
Di Francesco. Più del mercato. In un modo o nell'altro. Perché i nerazzurri non hanno tutto questo tempo di aspettare un giocatore come Rafinha. Perché i giallorossi non possono permettersi neanche di pensare di poter perdere uno come
Dzeko. In palio c'è la Champions che le casse dei due club aspettano come la manna dal cielo.