La penna degli Altri 21/01/2018 14:11
I turbamenti di Inter e Roma, una sola notte per ripartire
LA REPUBBLICA (A. SORRENTINO) - All’andata, nemmeno cinque mesi fa, Kevin Spacey scattava selfie e sghignazzava con Totti davanti al buffet. Figuriamoci quanto tempo è passato da quel Roma-Inter 1-3, infatti sono cambiate un sacco di cose, ovunque, a Hollywood come in A. Totti ride e scherza ancora, ci mancherebbe, ma con Edin Dzeko, alla stazione, sul predellino del vagone di prima classe per Milano: «Che per caso ’ sto treno va a Londra?». «Non ancora» , ribatte il gigante che sta al gioco, del resto l’offerta del Chelsea c’è, eccome. C’è Spalletti che invece accoglie Rafinha ma con l’inevitabile quintalata di riserve, del resto il figlio di Mazinho ha una storia di infortuni allarmante, in più non gioca da 9 mesi e deve mettersi in coda: «Sta a noi fargli ritrovare la condizione, non il contrario. Si rischia altrimenti di mandare un messaggio distorto a chi ha pedalato qui ad Appiano». E il ds romanista Monchi che deve leggere un comunicato per arginare l’ira della piazza: «Non smobilitiamo e non cerchiamo offerte per i nostri giocatori, semplicemente ce li chiedono perché sono bravi» , ma non rivela ovviamente se Dzeko e Nainggolan partiranno subito.
Sempre agitate dentro e fuori, Inter e Roma sono quelle sospese sul predellino, mica solo Totti e Dzeko. Un piede sollevato a raggiungere l’obiettivo di questi anni di rincorsa (lo scudetto per la Roma, la zona Champions per l’Inter) e l’altro che però rimane sempre indietro, e si ritenterà la prossima. Stasera, prime pedalate della volata Champions: «Sarà un bello scozzo» , azzarda Spalletti. Il sugo sarà capire chi si è rialzato meglio dalla sosta: il crollo di dicembre ha riguardato entrambe. Come entrambe sono fortissime in porta (Alisson e Handanovic hanno la più alta percentuale di parate in A) e nei centravanti ( infatti occhio agli scippi di Icardi e Dzeko), meno nell’anima generale, ancora in cerca di identità. La gara è anche Spalletti che di nuovo incrocia la Roma e Totti: «Lo abbraccerò, come gli altri con cui abbiamo trascorso un pezzo di vita assieme. Su Totti vi firmo una risposta in bianco, potete dire qualsiasi cosa, l’ho allenato e so che fenomeno fosse». Poi un curioso elenco dei suoi insuccessi a Roma, appuntati su un foglietto, una sorta di palmarès dei fallimenti che è qualcosa di davvero inedito, chissà a chi è rivolto il messaggio: «Alla Roma ho dato tutto, ma mi porto dietro soprattutto le cose negative: 13 sconfitte, 83 gol subiti, due derby persi, 4 eliminazioni nelle coppe, niente scudetto e niente Scarpa d’oro per Dzeko nell’ultima avventura; in quella precedente, tre finali perse con l’Inter, cinque eliminazioni nelle coppe, tre derby persi, 49 sconfitte, 262 incassati». Ma ce n’è anche per Suning, è una precisazione lieve, fatta cadere con noncuranza, per rimarcare che qualcuno ha violato i patti stretti alla firma del contratto: «Voglio stare qui almeno due anni. Abbiamo iniziato un percorso, poi ci sono state complicazioni su quello che ci eravamo detti all’inizio…ora tentiamo di migliorarci». Ma a colpi di Rafinha, sarà dura.