La penna degli Altri 23/01/2018 14:37
Diritti tv, non vince nessuno
IL MESSAGGERO (S. RIGGIO) - Niente miliardo e ora si andrà a trattativa privata. Dopo il flop del 10 giugno, quello di ieri è il secondo tentativo andato a vuoto: la Lega serie A, nell’asta sui diritti televisivi domestici del triennio 2018-2021, non ha raggiunto l’obiettivo di 1.050 milioni. Le offerte si sono fermate al di sotto degli 800 milioni di euro. La Lega serie A tornerà a riunirsi venerdì prossimo e se nessuno dei pacchetti principali sarà stato assegnato dall’assemblea (la Lega ha tre giorni di tempo per trovare un’intesa con i soggetti interessati per i pacchetti B, D1, D2, Platinum D1 e Platinum D2), il giorno dopo si procederà all’apertura delle buste presentate dall’intermediario indipendente (gli spagnoli Mediapro). Restano le offerte insufficienti e i volti scuri dei presidenti, che nel tardo pomeriggio hanno lasciato via Rosellini. Aleggia la preoccupazione, anche se Infront fino al 2021 ha garantito un minimo di un miliardo a stagione.
I NUMERI - Secondo indiscrezioni, le uniche proposte sopra i minimi sono state quelle di Sky. L’emittente di Murdoch ha offerto 261 milioni di euro per il pacchetto A (le partite di 8 squadre, le big Juventus, Milan, Napoli, Inter, Lazio, Fiorentina e due di fascia bassa per la piattaforma satellitare), quotato 260 milioni come il pacchetto B (stessi contenuti, per il digitale terrestre), per cui Mediaset si sarebbe fermata a quota 200 milioni (una cifra inferiore, invece, per Italia Way). Per il pacchetto C (piattaforma Internet, con le stesse partite dell’A e del B che includono anche i diritti a trasmettere in bar, hotel e altri accessori), ci sarebbe un’offerta di Sky da 170 milioni di euro, una di Perform da 100 milioni e un’altra di Tim inferiore (la quota minima era di 160). Inoltre, sarebbe molto al di sotto della base d’asta di 300 milioni di euro l’offerta per i pacchetti D1 e D2 (con le partite delle altre 12 squadre, tra le quali la Roma) di Sky, che invece avrebbe superato il prezzo minimo nella sua offerta per i diritti accessori (immagini pregara, interviste). «La Lega ha deliberato all’unanimità di non accettare alcuna offerta e di far corso alla trattativa privata con l’obiettivo di ottenere non meno del prezzo minimo complessivo già previsto dal bando che equivale a 1 miliardo e 50 milioni per i pacchetti principali e opzionali», il comunicato letto, al termine dell’assemblea, da Carlo Tavecchio. «Qualora le trattative private non andassero a buon fine, la Lega si riserverà di valutare l’offerta presentata dall’intermediario indipendente», ha poi aggiunto.
LA GOVERNANCE - Non è stato il tema principale dell’assemblea di ieri. Il tutto è stato ancora una volta rinviato a venerdì, quando i presidenti si ritroveranno per le trattative private in ambito diritti televisivi. La situazione resta caotica e i nomi in ballo i soliti. Per il ruolo di amministratore delegato è sempre in corsa Luigi De Siervo, attuale ad di Infront. Nei giorni scorsi Urbano Cairo - il presidente del Torino punta con tutta forza a ritagliarsi un ruolo importante in Lega - sponsorizzava Javier Tebas, il numero uno della Liga spagnola. Le sue quotazioni sono in salita ma è difficile, visto il ruolo che ricopre, che possa accettare l’incarico, nonostante goda dell’appoggio di molti club. Il terzo nome è l’ex direttore generale Francisco Roca. Per la presidenza resiste il nome di Carlo Tavecchio, commissario della Lega serie A dal 21 aprile 2017. I suoi concorrenti sono il subcommissario Paolo Nicoletti e l’ex legale del Milan, Leandro Cantamessa.