La penna degli Altri 02/12/2017 14:05

Ancora un «sì» alla costruzione del nuovo stadio

stadio roma nuovo rendering tor di valle

IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - Anche la Valutazione di Impatto ambientale (VIA) sul progetto della Roma di costruire il suo stadio di proprietà a è positiva.Con prescrizioni, però. E così, dopo l’arrivo dei quattro pareri unici di Stato, Regione, Città Metropolitana e Roma Capitale, positivi, la cancellazione dei due vincoli (architettonico e sul diritto d’autore relativo alla pensilina dell’ex ippodromo progettata da Lafuente), va in porto un altro fondamentale tassello per il via libera finale al progetto. La notizia della “VIA” positiva è stata diffusa ieri pomeriggio dalla Regione con una nota: la Direzione regionale Politiche ambientali «esprime la pronuncia di compatibilità ambientale positiva vincolata alla definizione e alla verifica di sostenibilità dell’assetto infrastrutturale-trasportistico del quadrante in esame da parte delle amministrazioni ed enti coinvolti. La Conferenza di Servizi definirà le modalità e le tempistiche per l’ottemperanza alle prescrizioni/condizioni impartite rispetto all’approvazione dell’opera in oggetto e nel rispetto delle condizioni di cui alla istruttoria tecnico-amministrativa, da considerarsi parte integrante della presente determinazione». Insomma, sì, la “Valutazione” è positiva ma è chiaramente subordinata alla sistemazione dei problemi legati alla mobilità. Ovvero allo scioglimento definitivo della questione del Ponte di Traiano.  Intanto, Italia Nostra, che aveva presentato la richiesta di apposizione del vincolo architettonico sulle Tribune di Lafuente avviato dalla soprintendente Margherita Eichberg e bocciato una prima volta dalla Conferenza dei Soprintendenti del Lazio e definitivamente cassato l’altro ieri dalla Direzione generale del Ministero dei Beni culturali cui Italia Nostra aveva presentato ricorso, alza una prima bandiera bianca. In una nota diffusa sempre ieri pomeriggio, di fatto, l’Associazione sembra prendere tutto sommato bene la doppia sberla rimediata al Ministero: «Nessuna tutela per i beni architettonici del Paese e un letto di rose per lo . Italia Nostra ripete: quello stadio si può, anzi si deve fare, ma l’ansa del Fiume a è il luogo sbagliato per una funzione giusta». Dimenticando che  è il regno incontrastato dei topi, una discarica a cielo aperto, abbandonato al degrado e alla prostituzione. Infine, lotta fratricida fra Verdi. Da una parte il deputato laziale Filiberto Zaratti che si scaglia contro il progetto a causa del Ponte di Traiano che sarà a spese dello Stato, dall’altro la replica di Paolo Cento, tignosissimo giallorosso: «Ci sono parlamentari laziali che sono molto occupati dallo Stadio di . Il Ponte di Traiano è un’opera prevista già nel Piano Regolatore degli anni ’60. Legittimo criticare il progetto ma fatelo dicendo che siete anche tifosi laziali. E, se vi rimane un po’ di tempo, occupatevi del Ponte sullo Stretto di Messina».