La penna degli Altri 26/11/2017 14:09

Quel ponte che già divide la politica

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IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - A sbloccare il Ponte di Traiano, l’intervento del Governo – ministri allo Sport, Lotti, e alle Infrastrutture, Delrio – lo ha sbloccato. E, con esso, ha, di fatto, acceso il semaforo verde per lo di . Ma le polemiche iniziano ora. Polemiche che investiranno, insieme, tanto lo stesso Governo – accusato in qualche misura di finanziare, con questo intervento, un’opera privata – quanto, soprattutto, Virginia Raggi e la sua Amministrazione – Giunta, presente e passata, e Consiglio – rea di aver talmente stravolto in peggio il progetto iniziale da aver reso necessario l’intervento del Governo per evitare la bocciatura dell’opera. Luca Lotti, a margine di una partita di calcio di beneficenza, ha chiarito alcuni passaggi: «C’è una conferenza dei servizi in corso. Noi daremo la nostra disponibilità per migliorare la viabilità. Quello che conta è arrivare alla fine del progetto poi se ci saranno degli interventi per migliorare la viabilità, tutti insieme troveremo il modo di metterci a sedere e realizzarli. L’importante è che si arrivi all’approvazione definitiva». L’assessore allo Sport della Giunta Raggi, Daniele Frongia, commenta a Pagine Romaniste la telefonata di Lotti per sbloccare il Ponte: «A me sembra una cosa costruita, del tutto avulsa dall’iter previsto dalla legge, cioè la Conferenza dei Servizi. Noi abbiamo fatto la nostra parte, quindi le ricostruzioni che dicono che un intervento dall’esterno abbia risolto la situazione mi sembrano fuori dal contesto».

E, anche Luca Montuori, l’assessore all’Urbanistica, a RadioRadio, interviene: «Quella telefonata famosa non l’ho ricevuta io. Noi abbiamo fatto un grande lavoro, se a questo progetto si aggiunge un ponte magicamente con un colpo di telefono ne prendiamo atto ma ne parleremo con qualcosa di più concreto in mano e non facendo riferimento solo a una telefonata. C’erano funzionari statali e non ci stava nessuna impasse alla quale qualcuno ha posto fine. Chi c’era non era andato lì così, i tecnici del Comune non avevano bisogno di aiutini». Poi, un barlume di chiarezza: «Se il Ponte di Traiano fosse necessario non ci sarebbero stati 4 pareri positivi, e qualcuno dovrebbe prendere la responsabilità di chiudere negativamente questa conferenza». Pareri che, leggendoli, lasciano aperti inquietanti interrogativi. Basti quello reso da Roma Servizi Mobilità, la stessa che ha fornito i dati di partenza su cui sono basate le simulazioni sul traffico presentate in quest’ultima versione del progetto. Nel parere di Roma Servizi Mobilità si scrive che si usa lo stesso software in possesso dei proponenti e che sono stati inseriti gli stessi dati di partenza con le stesse due identiche simulazioni sul traffico (mattina presto di un giorno feriale in ingresso allo Stadio e l’ora antecedente l’inizio di una partita sempre in ingresso allo Stadio). La strana coincidenza è che dati di partenza uguali, stesso software, identici scenari abbiano finito per dare un risultato uguale a quello dei proponenti. Insomma, tanto fragore di unghie sul vetro. La rete, intanto è impazzita. Tanti esultano: chi posta la foto dell’ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, truccata e con la frase «l’ho presa sui denti», a citare la sua esclamazione che più di tutte lo pose in aperto contrasto con la sponda giallorossa della città, chi semplicemente festeggia, chi attacca certa stampa romana ironizzando su problemi digestivi, fegati grossi e notti insonni. Tanti altri, però, attaccano a testa bassa la Raggi per la sequenza di decisioni che hanno portato lo Stato a dover intervenire e chi attacca lo stesso Governo.

Anche la politica si muove: l’ex sindaco, Ignazio Marino, su : «I tifosi non avranno la nuova metropolitana né il nuovo ponte pagati dai costruttori privati. La metro non ci sarà proprio. Il ponte forse sì, ma invece che i costruttori dello Stadio, lo pagheranno i cittadini italiani con i soldi pubblici dello Stato». Anche l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Marino, Giovanni Caudo, il papà della vecchia delibera sul pubblico interesse allo , non ci sta. E scrive una lettera al sindaco, Virginia Raggi, e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: il «Ponte di Traiano era previsto» dalla pretendete delibera senza oneri per le casse pubbliche. Poi, il j’accuse: «Il contributo economico pubblico che si sta configurando è conseguenza della modifica al progetto richiesta dal Comune di Roma», insomma dalla decisione della Raggi di rivedere le opere pubbliche, e che questo «contributo pubblico contraddice di fatto, nonostante le soluzioni formali che si stanno predisponendo» la legge stadi che prescriveva che gli interventi fossero senza oneri per lo Stato. Insomma, le polemiche non mancheranno di certo.