La penna degli Altri 20/11/2017 14:15
La rabbia del Ninja, DiFra: “Nuova sfida la testa è a Madrid”
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La presenza di Nainggolan al derby è ben descritta da un retroscena legato alla volontà di esserci a tutti i costi del ragazzo. Era infatti da tre giorni che Radja, dentro Trigoria, chiedeva a tutti: «Ma perché i giornali mi tengono ancora in dubbio, quando invece io contro la Lazio giocherò?», quasi infastidito dal fatto che non si credesse al fatto che davvero «Anche con una gamba sola», sabato sarebbe sceso in campo. «Non è umano» ha ben sintetizzato Perotti — autore del primo gol romanista — parlando del suo compagno, che non ha fatto neanche un allenamento con i compagni dopo esser rientrato anticipatamente dal Belgio con una lieve lesione all’adduttore destro. Eppure l’enorme capacità di recupero, con un fisico dall’esplosività pazzesca, non solo ha consentito a Nainggolan di giocare, ma di essere uno dei migliori in campo, e di realizzare il secondo gol giallorosso. Di Francesco ha lasciato il dubbio fino alla fine, diviso tra la paura di rischiare e la consapevolezza della forza del ragazzo, non svelando comunque mai le sue carte anche per una logica di pretattica. I tifosi della Roma sono impazziti di gioia, per un derby che ha ulteriormente — e forse definitivamente — accorciato le distanze da un gruppo che ha 4 punti in più rispetto a un anno fa (con una partita in meno), perdendo solo due volte, e subendo solo 8 gol in 12 partite. Scavalcata la Lazio e rosicchiate tre lunghezze alla Juve, sconfitta ieri dalla Samp. Con i tanti video fatti dai giocatori che, nell’era social, sono stati postati in tempo reale dallo spogliatoio. «Voglio solo star con te» cantano impazziti di gioia, De Rossi e compagni, riprendendo il tormentone cantato dalla Sud. E poco importa, in un’ottica romana, che il rovescio della medaglia racconti delle polemiche piovute addosso al Ninja proprio dal Belgio, ad appesantire un rapporto con la nazionale e, soprattutto, col ct Martinez, non certo semplice. «L’infortunio non era una finzione — si difende sui social Radja — perché non chiedete ai medici del Belgio se mi sono fatto male? Avreste dovuto vedere le mie lacrime. Ho recuperato durante una settimana nella quale non mi sono allenato ed ero comunque un rischio scendere in campo ieri. Sono commenti stupidi perché sarei voluto rimanere in nazionale per dimostrare di volere il Mondiale». Ieri mattina, alla ripresa del lavoro a Trigoria in vista della sfida di Madrid di mercoledì, Nainggolan ha fatto solo lavoro di scarico. Come il resto del gruppo, reduce da una serata di festeggiamenti. Di Francesco ha fatto i complimenti a tutti, ma chiedendo di andare subito «con la testa alla Champions». D’altra parte sulla testa dei suoi ha ammesso di lavorare molto il tecnico, facendo sentire tutti importanti. Dopodomani, in Spagna, ci saranno tremila romanisti in trasferta, con Peres che dovrebbe sostituire Florenzi, uscito con un fastidio al ginocchio destro.