La penna degli Altri 02/11/2017 13:15

Cosa fare in azzurro del nuovo El Shaarawy che pressa Ventura

Soccer: Serie A; Roma-Bologna

LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Mamma Lucia, papà Sabri, il fratello Manuel, si erano seduti sui seggiolini dell’Olimpico da pochi minuti, quando  ha deciso di mettere Roma-Chelsea su un piano inclinato. Un gol, poi un altro, due anni dopo l’ultima doppietta di un italiano in  ( a Leverkusen nel 2015). Reti studiate, non casuali: semmai ripetitive. Perché simili nel movimento, ma soprattutto perché nella stagione della Roma iniziano a diventare frequenti: già cinque nelle ultime sei gare giocate dall’inizio, una ogni 135 minuti dall’inizio della stagione. Abbastanza per chiedersi se un attaccante così non possa diventare la panacea contro i malanni azzurri in attacco. A otto giorni da Svezia-Italia a Stoccolma, andata dello spareggio che vale un biglietto Mondiale, Ventura non ha certezze. Belotti, rientrato da un delicato infortunio al ginocchio, non è brillantissimo. Immobile oggi guarderà la gara tra Lazio e Nizza da casa per un affaticamento muscolare. In un match da dentro o fuori, meglio sfruttare i più in forma:  diventa quindi la soluzione ideale. Nonostante il ct abbia fatto di tutto fin qui per dimostrare un sostanziale disinteresse per l’attaccante romanista: da quando guida l’Italia, gli ha concesso 30 secondi nel recupero contro l’Albania – sostituzione per perdere tempo che  non ha gradito granché – e mezz’ora scarsa in amichevole con l’Uruguay: poi tre panchine. E nelle altre 9 occasioni, non era nemmeno tra i convocati. L’incidenza quasi sfacciata sulla produzione offensiva della Roma, costringe Ventura – che ha un disperato bisogno di gol – a rivedere le proprie convinzioni. Anche quelle legate al modulo, il famoso e discusso 4-2-4: un sistema che rischia di non valorizzare il talento di esterni come Insigne.

Meglio per Stephan, anche se il campionato, fino a oggi, ha “suggerito” altro. Per esempio, che il capocannoniere Immobile il meglio di sé lo dà da terminale unico d’attacco. Che Insigne è una punta ideale in un . In cui  brilla pure a destra, smentendo falsi miti sul suo ruolo: così, Ventura scopre di avere in casa una soluzione alternativa a Candreva. Il Chelsea ha scoperto invece sulla propria pelle come da esterno destro del tridente, Stephan sappia fare male. «È il più bravo dei nostri ad attaccare la profondità, l’esterno ideale nel mio », sostiene . Che sui suoi movimenti ha lavorato. Per colpire , aveva studiato e trovato il suo punto debole: la difesa dei Blues soffre i tagli tra il terzo centrale e il quinto di centrocampo, lo spazio in quella zona è spesso terra di nessuno. E lì  ha colpito, con movimenti provati da luglio e che la squadra inizia a mandare a memoria. Anche per questo  ha scalato la classifica dei tecnici preferiti dall’attaccante di Savona: per lui, oggi, è al primissimo posto insieme a due totem come  e Allegri. Figurarsi se, con lui, dovesse ritrovare pure la maglia azzurra.