La penna degli Altri 05/10/2017 13:35

Totti e l’amore per la terza pelle

TOTTI NAZIONALE ITALIA

IL MESSAGGERO (A. VALENTINI) - Se quella giallorossa della Roma è da sempre una seconda pelle, nella sua carriera Francesco ha onorato anche un’altra maglia, quella della Nazionale, fino al trionfo Mondiale di Berlino 2006. Con lo stesso talento, la stessa generosità e lo stesso attaccamento che non ha mai risparmiato alla sua squadra di club. A testimoniarlo non sono soltanto le 58 presenze e i 9 gol in azzurro: il suo percorso in Nazionale nasce con l’Under 15; e poi tutta la trafila delle Rappresentative giovanili fino al primo titolo, quando nel ‘96 trascinò l’Under 21 di Cesare Maldini alla vittoria nei Campionati europei. Esisteva allora anche l’Under 23 e sotto la guida di Tardelli, l’anno dopo, l’Italia di Buffon, Fiore e Giannichedda conquistò l’oro ai Giochi del Mediterraneo, con due gol di nella finale con la Turchia. Si è scritto e si è detto tutto di Francesco anche in occasione dei 41 anni appena compiuti. Delle sue qualità tecniche e della sua classe, del suo carattere e del suo temperamento. Ma chi ha vissuto con lui per tanti anni l’esperienza in Nazionale ha avuto modo di apprezzarne anche il lato umano, la capacità di sdrammatizzare e risolvere con una battuta situazioni tese e delicate, prepartita ad alta tensione, con l’arguzia e la bonomia che sono patrimonio dei romani veri come lui. Quando il pullman della Nazionale arrivò allo stadio di Dortmund per la semifinale mondiale contro la Germania, in un’atmosfera ostile e minacciosa, tra i tifosi tedeschi apparve un omino scheletrico ed emaciato che inveiva contro gli azzurri. Ci pensò a “stenderlo” e a stemperare il clima con una risata collettiva: «Vai a casa nonno, che se te becca il sole ti fa nero». «Mister, Francesco è matto, ha detto che fa il cucchiaio a Van der Sar ,quello è alto due metri», fu l’sos lanciato a Zoff da Di Biagio nel drammatico finale ai rigori contro l’Olanda, semifinale agli Europei 2000. Troppo tardi, era già partito verso il dischetto. E anche quella volta non smentì classe e carattere.