La penna degli Altri 02/10/2017 16:31
IL PUNTO DEL LUNEDI' - SCONCERTI: "La Roma sta crescendo", CAPUTI: "Segnali forti e concreti a chi l'escludeva dalle prime 4"
LAROMA24.IT - Dopo l'ultimo turno di campionato gli spunti principali riguardano lo stop della Juventus a Bergamo, la vittoria della Roma a Milano e la marcia inarrestabile del Napoli, ancora primo in classifica a punteggio pieno. In una Serie A piena di squilibri, la chiave per fare la differenza in cima alla classifica sembrano essere gli scontri diretti.
GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)
Anche la Roma sta mostrando una bella gamba da corse a tappe. Nel passato recente ha vinto spesso divertendo, meno spesso soffrendo. Ieri ha saputo navigare nel mare grosso, protetto dagli scogli della mediana e dall’umiltà tattica degli esterni. Ha rischiato, si è chiusa in porto, ma al momento giusto è salpata e ha vinto. Non sempre però gli basterà creare così poco. Di Francesco dovrà aggiungere creatività. Non a caso, l’ingresso di Pellegrini per Strootman ieri ha spinto avanti la Roma. Montella, paradossalmente, ha trovato nella sconfitta gli equilibri e lo spirito che cercava. Borini il simbolo del sacrificio nelle due fasi. Il Diavolo ha fatto a lungo la partita e sfiorato il vantaggio. Lo avesse trovato... Poi è chiaro che lasciare spazio a Dzeko è un’idea saggia come quella del rugbista gallese che ha infilato la mano nella gabbia di un leone. Difesa incerta. Nainggolan e Pellegrini decisivi: due interni così Montella non ce li ha. Però, al di là di limiti e lacune, ieri ha trovato un assetto credibile su cui lavorare. Il guaio è che due sconfitte di fila pesano e se la terza sarà il derby, con l’Inter a + 10, sarà dura poi svoltare.
CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)
Impressioni di piccolo autunno. La Juve ha solo perso un’occasione, Inter e Roma stanno crescendo. C’è un po’ di noia negli altri del campionato, ma tra le prime è veramente una stagione nuova. Argomento Milan. Sento dire che il Milan va giustificato perché avrebbe comunque giocato bene. È strano non capire che il problema è proprio questo. Si può perdere e spesso ci si riesce, se si gioca male. Se si perde giocando normalmente vuol dire che quella è la nostra normalità contro un tipo di avversari. In sette partite il Milan ne ha perse tre, tante. Può essere giusto discutere l’allenatore in questi casi, ma dicendo cosa gli si rimprovera. In sostanza il tecnico evidenzia i propri errori o segue la caratura della squadra? Perché il Milan dovrebbe battere la Roma? A me sembra che il Milan si adatti poco agli avversari per cercare di essere un Milan che non c’è più. È certamente migliore di quattordici squadre, ma è peggiore di almeno cinque. La domanda vera davanti alla grande sorpresa attuale è perché tutti si sorprendono? In un campionato così lineare, c’è poco per dire che il Milan sia più forte in generale del Bologna o del Torino. Il Milan ragiona da Milan senza esserlo. Lo diventerà, ma non oggi, forse dopodomani. I social si ribellano, ma non giocano a pallone. Il calcio non funziona coi social, ha delle regole piuttosto fedeli. Non basta l’amore, non basta la speranza. Il calcio è social perché è come noi. E nella vita perdere è un’evenienza sempre probabile, specie quando si è vissuto in fretta.
LA REPUBBLICA (M. CROSETTI)
Il Milan è squadra adolescente, con troppi malanni di crescita. Ha spunti di veemenza senza logica, vive emozioni forti ed eccessive, gli mancano solo i foruncoli sul naso. Contro la Roma un poco ci prova, se la tira, gonfia il petto sotto il giubbotto ma poi è quel marpione di Dzeko a colpire, il fidanzato della sorella più grande, uno che da solo mette in riga gli sbarbatelli: segna e poi avvia l’azione del raddoppio, sono tutte spallate al Milan paninaro. Mentre la partita corre, si tocca con mano la grande differenza di peso e personalità tra i due gruppi, la Roma già formata, il Milan goffo e smarrito. Assorbito il primo rodaggio col nuovo allenatore, i giallorossi potrebbero pure divertirsi e non vivere giornate soltanto di gloria effimera. E comunque, alla ripresa c’è Roma-Napoli, nulla di meglio per capire e soppesare.
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Il campionato si ferma per la so-sta della Nazionale lasciandoci un’idea più chiara delle forze in campo. Dal Napoli capolista a punteggio pieno, fino alla Roma quinta, è questo il treno delle squadre che viaggiano più forte. Solo il Milan ha le potenzialità per insidiare l’attuale quintetto. Se non si fa una grande scoperta nell’affermare che questo campionato lo potranno decidere soprattutto gli scontri diretti, ecco che la ripresa del campionato rappresenta un primo significativo crocevia. Il calendario ci proporrà infatti tre sfide, Juventus-Lazio, Roma-Napoli e Inter-Milan, che incideranno non poco sugli equilibri e sulle convinzioni delle squadre. Nel lungo periodo sarebbe comunque un errore considerare meno importanti la gestione delle risorse con gli impegni europei e poi in primavera la condizione fisica. Per questo l’Inter può diventare un avversario temibile. Al momento vince senza brillare ma, allenandosi solo per il campionato, potrà trovare il gioco e quelle certezze che ancora le mancano. Nel derby, entrambe le milanesi si giocheranno molto. Il compito più sfizioso e probante lo avranno comunque le due squadre romane. La Lazio, straordinariamente solida e più forte di ogni assenza, avrà il compito di “pesare” le sue ambizioni e anche la robustezza dei bianconeri. La Juventus rimane fortissima, ma ci sono delle crepe nelle quali la squadra di Inzaghi potrebbe insinuarsi. La Roma, vincendo a Milano, ha inviato un segnale forte e concreto a chi la riteneva fuori addirittura dalle prime quattro posizioni. La squadra di Di Francesco aveva, e ha, solo bisogno di assimilare al meglio il nuovo gioco e poter contare finalmente su tutti i suoi interpreti. Il confronto con il Napoli primatista e autentica macchina da gol (25) viene al momento giusto.
LA STAMPA (G. GARANZINI)
Il dietro qualcosa si muove. Eccome se si muove. Dietro poi per modo di dire, perché l'Inter è sullo stesso gradino bianconero, la Lazio a cinque punti, e la Roma a sei ma con una partita in meno. E dopo Macedonia e Albania si ripartirà da Juve-Lazio e Roma-Napoli. Delle tre, a prendersi la ribalta di giornata è stata la Roma che ha ufficialmente aperto la crisi di un Milan che pure aveva giocato sino allo 0-1 la sua miglior partita. La differenza è presto detta. L'hanno fatta i leader, Manolas e De Rossi, Dzeko e NainggoIan. Mentre dall'altra parte Biglia è cresciuto ma non abbastanza, Bonucci no, ma proprio no, e dei 200 milioni spesi i soli a fruttare sono al momento quelli per Ricardo Rodriguez. Un po' poco.
IL TEMPO (T CARMELLINI)
Ieri la Roma di Di Francesco ha spedito l'amico Montella all'inferno. Ha sofferto, rischiato, faticato a trovare la solita fluidità, ma alla distanza la differenza è uscita fuori: la Roma è una squadra, il Milan ancora lo deve diventare. E soprattutto la Roma li davanti ha un giocatore devastante come Dzeko che fa lavoro per tutti e quando sta bene con un pallone pub risolvere una serata. È successo ieri sera a San Siro dove la Roma è partita contratta ma poi si è sciolta e ha fatto male ai rossoneri ancora qualche passo indietro. La festa è conpleta con il primo gol di Florenzi dopo il lungo stop: un premio che uno come lui meritava eccome. Montella invece rischia, perché ai cinesi che sono ancora tutti inchini e sorrisi, prima o poi salterà la mosca al naso: perché se spendi tutti quei soldi poi vuoi vincere.
IL GIORNALE (T. DAMASCELLI)
La capitale dimentica le buche e i malaffare e si regala una domenica di vittorie, la Roma, come la Lazio, denuncia una solidità, da alcuni non prevista, cacciando via le nuvolette grigiastre sulla testa di Di Francesco che ha ricevuto l'eredità scomoda di Spalletti. Il quale, tra una elucubrazione e l'altra, sta sistemando l'Inter, nello spirito e nel gioco. Se ne sentiva il bisogno e il derby, dopo la sosta, sarà il momento giusto, ideale quasi, per capire quanto valga l'Inter e come stiano davvero le cose in casa milanista. La sconfitta, la terza, contro la Roma non dovrebbe avere lasciato ferite profonde se non ecchimosi. Montella sa bene dove stia il problema, non certo nella preparazione atletica. La terza linea ha momenti preoccupanti di smarrimento e non sempre per colpa di chi dovrebbe farle da schermo.