La penna degli Altri 08/10/2017 19:52
Di Francesco star tra la sua gente
IL CENTRO - Nella serata di Dragonara l'Abruzzo celebra il suo figlioccio Eusebio Di Francesco, diventato uomo facendo su e giù per lo Stivale. Il ragazzo si farà, cantava Francesco De Gregori in uno dei brani più riusciti della sua carriera. E si è fatto. La montagna è stata scalata, la gavetta è alle spalle. Prima da calciatore, adesso da allenatore. Empoli, Lucchese, Piacenza prima. Poi la Roma. Quella Roma che professionalmente gli ha regalato la gioia più grande, il Tricolore del 2000.
Un'emozione unica, che nella Capitale giallorossa aspettano di rivivere. Quindi la vita in panchina, ripartendo ancora una volta dalla provincia. Gli inizi con la Virtus Lanciano, l'occasione con il Pescara, la squadra della sua città. La gioia della promozione nel giorno in cui Ganci punisce il Verona. La serie B in biancazzurro, una bella stagione, prima del palcoscenico Sassuolo, di fatto il viatico verso l'Olimpo. Qui arriva la promozione in serie A al primo anno, una salvezza tanto difficile quanto meritata quello successivo. E poi addirittura l'Europa League. La Roma ha visto abbastanza. Siamo a giugno scorso, ma forse anche un po' prima. Il nuovo ds Monchi non ha dubbi e lo sceglie per il dopo Spalletti. La sua storia con il club capitolino ricomincia, e chissà che non possa essere lui, il ragazzo partito da San Giovanni Teatino, a riportarlo dove i tifosi giallorossi aspettano ormai da 17 anni.
Il club, casa sua - Eusebio Di Francesco ha approfittato della pausa del campionato per tornare nel suo albergo, a Dragonara, e trascorrere qualche ora di relax lontano dallo stress di partite, allenamenti e interviste. Lo ha fatto per inaugurare il nuovo club giallorosso, rigorosamente intitolato a lui, costituito in estate dal presidente Carlo Pace: «L'idea è nata da un gruppo di dieci amici, anche di fede calcistica differente, tutti accomunati dalla stima e dall'amicizia che ci lega a Di Francesco», racconta Pace. «Nel giro di due mesi siamo arrivati a oltre 130 iscritti, provenienti non solo dalla zona ma anche da fuori. Da questo punto di vista», prosegue il numero uno del club giallorosso Eusebio Di Francesco, «credo che l'idea di chiamarlo con il suo nome sia stata azzeccata, in quanto così facendo riusciamo ad estendere gli orizzonti». L'iscrizione è gratuita, il divertimento assicurato: «Siamo un'associazione senza scopo di lucro, con il solo obiettivo di passare qualche ora insieme seguendo la nostra passione». A Dragonara, e anche allo stadio: «Abbiamo uno spazio dedicato nella tribuna Tevere dove ogni domenica esponiamo il nostro striscione. Insieme ad altri club limitrofi organizziamo le trasferte per seguire la squadra. Per adesso riusciamo a mettere insieme una media di 15-20 persone ogni domenica, ma per la partita contro il Chelsea del prossimo 31 ottobre siamo già a quota 42 biglietti staccati». Insomma, chiunque volesse unirsi all'allegra combriccola di tifosi giallorossi è il benvenuto.
L'arrivo - Intorno alle 20 ecco spuntare all'ingresso dell'hotel Dragonara i primi ospiti della serata. Ognuno di loro ha un vessillo con la Lupa disegnata. La sala si riempie (alla fine saranno oltre 200 i commensali) e allo stesso tempo cresce l'attesa per l'arrivo del protagonista. Che puntuale, arriva mezz'ora più tardi, come da programma. Il saluto con gli amici, una pacca sulla spalla ai parenti e poi via circondato dall'amore degli ospiti. La richiesta di selfie e autografi va avanti per parecchi minuti. Lui si presta quasi divertito, elegante con giacca e cravatta.
Eusebio caput mundi - Inevitabile parlare di calcio giocato. La sosta serve per staccare la spina e recuperare energie, ma sabato sera la sua Roma è attesa dal test Napoli, la capolista. «E' un primo esame di maturità, ma ce ne saranno tanti. Per la Roma non finiscono mai. Abbiamo appena battuto il Milan ed ecco subito un'altra sfida delicata», dice Di Francesco. In cui si potrebbe rivedere Schick: «Ce lo auguriamo tutti, ma non dobbiamo commettere l'errore di forzare il suo recupero. A Roma si ha troppa fretta di vedere certi nomi. Lui si è sempre messo a disposizione, forse a volte non dicendo neanche quali fossero le sue reali condizioni. Spero di averlo almeno tra i convocati, ma non do percentuali». Il giallorosso ce l'ha nel cuore, così come il suo Abruzzo, dove torna ogni volta con piacere: «Ricevere la stima di tante persone è sempre motivo di grande piacere. Devo dire la verità, sono gratificanti anche i complimenti di chi non tifa giallorosso, perché significa che oltre al professionista viene apprezzata la persona».
E poi c'è il Pescara, con l'amico Zeman, in ritiro proprio nel suo albergo: «Non prende gol da due giornate? Sta migliorando», dice sorridendo. «Ma lui non è felice così, ha bisogno di farne uno più dell'avversario». E dopo aver abbracciato il boemo annuncia la sua presenza allo stadio per la sfida odierna col Cittadella. Prima della fine arriva anche il figlio Federico. La festa è completa.