La penna degli Altri 28/09/2017 13:41
Rometta da 3 punti. Due gol in 15 minuti. Poi ne regala uno ai modesti azeri e rischia la rimonta
Dopo sette anni, la Roma torna a vincere una partita di Champions in trasferta. La classifica del girone di Champions non dispiace, in particolare il secondo posto provvisorio regalato dal successo del Chelsea a Madrid, ma la Roma si è giocata il jolly. A Baku è facile pensare che vinceranno anche le altre. Dopo un quarto d’ora la Roma è già sul 2-0. In scioltezza: Manolas mette la testa su un tiro di Pellegrini, Dzeko punisce l’amico Sehic a conclusione di un triangolo stretto tra le tre punte, una specie di lavagna in movimento delle teorie tattiche di Di Francesco. Primi due tiri, due gol. Sembra il principio di un diluvio di gol, magari anche approfittando di un avversario malleabile per affinare meccanismi e intese. Invece basta. Troppo presto. E troppo poco. Di Francesco propone cinque cambi rispetto alla partita con l’Udinese, ma più degli uomini è il ritmo a non convincere. Il calcio del tecnico giallorosso funziona se le combinazioni in fase offensiva vengono attuate con pochi tocchi, e sincronia al limite della perfezione. Invece la Roma gioca sotto ritmo. Di certo non aiuta la prestazione di Gonalons, al quale pure non dovrebbe mancare l’esperienza in partite del genere. Invece l’ex Lione fa fatica a proporsi, non rappresenta il fulcro delle azioni, non si propone – così l’azione, con tutto il Qarabag sotto-palla, deve sempre partire dai due centrali di difesa -, soprattutto perde palloni sanguinosi in una posizione che non ammette quel tipo di errori. Sul più grossolano, il mobilissimo centravanti Ndlovu gli porta via palla e innesca l’elettrico Henrique: controllo e tiro, partita che sembra riaperta. Certo, con i quattro punti in classifica si può pensare con maggior tranquillità a come migliorare. Le basi non mancano.
(gasport)