La penna degli Altri 17/09/2017 14:03

La Roma canta sotto la pioggia Dzeko non si può lamentare

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LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Quando è arrivato il diluvio sull’Olimpico il tenero Eusebio deve aver pensato a una prova soprannaturale, necessaria per dimostrare di essere all’altezza della Roma. Per quello strano mix di sentimento e follia il presidente - stavolta in tribuna - pensava già che il suo uomo fosse sotto tiro ed era così sceso pesantemente in campo a difenderlo, solleticando l’allenatore stesso che, violentando un po’ il suo carattere da persona mite («Ho gli attributi io»), ne aveva avuto per tutti: da D’Alema al lamentoso . Che ha sentito gli effetti del liscia e busso e lo ha ripagato con due bei gol al Verona - avversario fragile e ben più nella tempesta della Roma - spazzando via, al momento, malumori e scetticismi riguardanti un po’ tutto: l’allenatore, la campagna acquisti, i primi spifferi di spogliatoio. alla fine ha siglato anche la pace definitiva: «Resterò qui a lungo» ha detto.
È stata una partita fin troppo facile, l’unica breve difficoltà il grande acquazzone che si è scaricato sul campo, sui giocatori e sui due giovani allenatori - Pecchia e - infradiciandoli.
Il gol di e i due di segnano quasi una ripartenza: la sofferta partita con l’Atletico aveva lasciato qualche strascico. Ma il Verona, squadra problematica, è arrivato in soccorso ai giallorossi. Fabio Pecchia, con un solo misero punto, e a sua volta al centro di una situazione scomoda, ha provato a cambiare l’attacco tirando fuori Pazzini e Verde e inserendo il giovanissimo Kean, talento in prestito dalla , ma senza ottenerne risultato. Ai cinque gol della si sono aggiunti i tre dell’Olimpico.
Il tenero , che poi tenero non è affatto, ha fatto parecchi cambi. Inserendo soprattutto - nel ruolo di
- Alessandro
dopo 325 giorni di dolore. Al di là dei gol di e del ritrovato , è stata proprio la partita di che lo stadio ha coccolato e ritrovato come il suo preferito. Accanto a lui, il giovane turco Ünder, Pellegrini e perfino nella ripresa il talentuoso Schick che finora non era stato possibile vedere. Il ragazzo si è schierato, sempre nel , accanto a a disegnare una futuribile Roma a due punte.
Fatti gli esperimenti, quasi tutti positivi, segnati i gol, smaltiti i nervosismi (ma non del tutto, Gerson e a fine partita si sono a discutere e si sono spintonati) e inzuppate ben bene le maglie marroni la Roma e si sono sentiti sollevati. Dopo aver attraversato la più strana delle crisi fantasma.