La penna degli Altri 26/09/2017 13:40
Il patto Juventus-ultrà un anno per Agnelli “Avallava gli illeciti”
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Curiosamente, una volta letto il dispositivo è iniziata la corsa a dirsi soddisfatti. Tutti, colpevoli e accusatori. Eppure alla storia passerà una sentenza, firmata dal giudice del tribunale della Federcalcio Mastrocola e controfirmata dal presidente Tavecchio, secondo cui la Juventus è colpevole e con lei Andrea Agnelli. Per il 1° grado di giudizio della Figc il presidente della Juventus sanzionata con una multa di 300mila euro - è responsabile, insieme ai suoi dirigenti, di aver favorito il bagarinaggio degli ultrà, permettendo l’acquisto di più biglietti a un singolo, regalando abbonamenti al gruppo dei Viking. Un «modus operandi che ha trovato conclusione non a seguito di un volontario cambio di rotta, ma esclusivamente per l’attività della Procura di Torino», il macigno del giudice.
Per Agnelli un anno di inibizione e 20 mila euro di multa (stessa sanzione per il direttore marketing Calvo e il responsabile biglietteria Merulla, un anno e 3 mesi per l’uomo della sicurezza D’Angelo): con un solo giorno in più di pena, se confermata nei 3 gradi, non avrebbe potuto assumere incarichi federali per 10 anni. Così non sarà. Ma nonostante una riduzione netta della squalifica rispetto alla richiesta di 30 mesi della procura, l’impianto accusatorio ha tenuto. Disegnando una macchia sull’immagine del club campione d’Italia e del suo leader. Eppure Agnelli può comunque diffondere una nota ufficiale attraverso cui la società esprime «soddisfazione»: perché la sentenza cancella l’ombra più ingombrante: i presunti rapporti con la ‘ndrangheta. A ricevere i biglietti, a parlare con il n.1 juventino negli uffici di piazza Cln, c’era anche Rocco Dominello, condannato a giugno per associazione mafiosa. Ma Agnelli, al momento dei fatti, era «inconsapevole del presunto ruolo malavitoso» di quello che a lui si presentava «come deferente tifoso».
Certo la soddisfazione bianconera ha sorpreso e indignato la procura federale. Dalla sentenza spicca in fondo come il presidente «nulla ha fatto per evitare il perpetrarsi di gravissime condotte». E anzi aveva «impartito, come da lui stesso affermato, specifiche direttive in ordine alle modalità di vendita dei biglietti». In più, «una volta emersa la condotta illecita, nonha adottato una politica di completa dissociazione», né «attivato azioni risarcitorie nei confronti dei dirigenti “infedeli”». Eppure tra le maglie di una sentenza pesante c’è una carezza: l’esclusione dell’estensione delle sanzioni in ambito Fifa e Uefa: Agnelli potrà continuare a partecipare alle riunioni dell’esecutivo Uefa di cui è membro.
I legali del presidente, del club e dei dirigenti colpevoli avranno 7 giorni per presentare ricorso, poi altri 20 per comparire. Insomma, entro un mese il 2° grado sarà consumato. Anche la procura ricorrerà, per provare a difendere la posizione sui rapporti illeciti con i tifosi, anche di estrazione ‘ndranghetista. «Ma siamo soddisfatti», giura il pm sportivo Pecoraro. E lo è anche il vice presidente della Commissione Antimafia, Marco Di Lello: «Un secondo tribunale conferma il comportamento illecito per cui ci siamo mossi e la bontà della nostra indagine». Grazie a cui è nato un testo che trasformerà il bagarinaggio in reato.