La penna degli Altri 01/07/2017 18:08

Vergogna a Roma, striscione a sostegno dell'omicida di Ciro

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IL MATTINO (D. SARNATARO) - Un altro colpo inferto alla famiglia Esposito, un'altra testimonianza di come neanche la morte di un tifoso scongiuri messaggi stupidi e indecenti. Nella notte tra giovedì e venerdì, infatti, è apparso a Roma, in via Piccolomini, in zona Aurelia, uno striscione in favore di Daniele , l'ultrà giallorosso autore dell'omicidio di Ciro Esposito. Un messaggio legato, evidentemente, alla sentenza d'appello di martedì scorso con cui, in maniera sorprendente, è stata ridotta a la pena da 26 a 16 anni. «Daje Daniè la Roma Ultras è con te», l'indegno striscione esposto per qualche ora nella Capitale. Ancora, naturalmente, scossa e delusa per il provvedimento di secondo grado, la signora Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, affida a poche parole il suo pensiero. «Chi inneggia ai delinquenti si commenta da solo».

Lo slogan colpisce, negativamente, al cuore di chi soffre ininterrottamente da tre anni. Ma la signora mostra ancora dignità e coraggio. «Noi perseguiamo sempre la non violenza, non vogliamo che questi messaggi vengano colti per istigare a essa. Nel nome di Ciro professiamo pace e solo cose che inneggiano alla vita». E poi, con legittima rabbia, sottolinea di nuovo: « lo Stato che ha perso, in quella terribile notte di tre anni fa e negli ultimi giorni con questa decisione. È stata una loro grande sconfitta, non la mia». Anche l'avvocato Angelo Pisani, che ha seguito in questo lungo processo la famiglia Esposito, commenta con amarezza e sdegno lo striscione. «E orribile e purtroppo effetto della confusione generata dalla sentenza della Corte d'appello di martedì scorso, soprattutto per i non addetti ai lavori. Per i tifosi del e per i sostenitori della famiglia Esposito può sembrare una sconfitta per la riduzione sorprendente della pena da 26 a 16 anni, venendo meno quella punizione esemplare che un omicidio dovrebbe avere. In realtà l'impalcatura della sentenza di primo grado ha resistito, perché è stata confermata l'omicidio volontario. Ma non c'è, e lo capisco, una percezione di sentenza esemplare». è stato assolto dal reato di rissa ma è stato condannato per il reato di omicidio volontario, pur ottenendo l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi che ha di fatto prodotto lo sconto di pena. Questo non giustifica il vergognoso messaggio degli ultrà giallorossi. «I sostenitori di - continua Pisani - e questo indegno striscione in particolare, secondo la loro stupida percezione, quasi incoraggiano a non mollare e a esultare per lo sconto di pena come se ribaltasse la realtà dei fatti.

In verità, invece, non ci sono vincitori ma solo uno sconfitto, lo Stato, che ha perso due volte. La prima in quel maledetto 3 maggio del 2014 quando non garantì adeguata sicurezza in occasione della finale di Coppa Italia tra e e la seconda volta con questa sentenza di secondo grado che avrebbe dovuto invece essere un esempio, un precedente, per difendere i valori dello sport e provare a scongiurare ogni forma di violenza legata al calcio». Il messaggio apparso ieri notte (e un altro striscione di "sostegno" era apparso nell'aprile 2016 nei pressi del Colosseo quando fu chiesto l'ergastolo per ) in ogni caso non deve essere interpretato nel modo sbagliato e su questo punto sia la famiglia Esposito che l'avvocato Pisani non hanno il minimo dubbio. «I tifosi del - precisa il legale - non devono essere arrabbiati ma solo indignati. Questo striscione non deve essere strumentalizzato per armare eventuali vendette, le persone intelligenti capiscono che la strada giusta è quella di professare la pace e la civiltà nel calcio, seguendo l'esempio di mammaAntonella, che chiede pace e serenità tra i tifosi in nome di suo figlio Ciro».