La penna degli Altri 17/05/2017 13:15
Roma, panchina d'attesa
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Luciano Spalletti ha fatto capire a più riprese che se ne andrà, ma non ha fatto sapere ufficialmente che se ne andrà. È chiaro, l'idea è di cambiare aria e i motivi sono svariati: 1) Il rapporto con Totti, vissuto tra malumori, liti, incomprensioni, comportamenti sbagliati etc etc. 2) L'ambiente ostile. Questo punto è direttamente collegato con il primo. 3) Perché ci sono squadre, specialmente in Italia, che gli affiderebbero il loro progetto vedi Inter e vedi, fino a qualche mese fa, la Juventus, che ha cambiato programmi e idee dopo la vicenda Agnelli-tifosi. Detto questo, gli scenari potrebbero cambiare, e Spalletti decidere di restare, convinto dalle idee di Monchi, anche se la Roma non ha gradito troppo quella frase di Milano «se tornassi indietro non tornerei». In questo caso la Roma scongelerebbe tutto ciò che fino a ora ha congelato e prenderà una strada diversa. In sintesi, se dovesse rimanere Spalletti lo sapremo molto probabilmente entro la fine del campionato, in caso contrario il nome del sostituto apparirà appena dopo il 28 maggio. E questo perché anche la Roma il suo allenatore lo ha da tempo individuato e si chiama Unay Emery. Che deve, pure lui, per forza attendere la fine della Ligue 1 per capire se il Psg lo congederà o meno e quella data è vicina: il campionato francese chiude una settimana prima del nostro. Emery è difficile che si liberi, ma Monchi aspetta anche lui, oltre che Spalletti.
SOLDI E INTRECCI - Lì ci sono parecchi soldi in ballo ed è improbabile che Emery ci rinunci così a cuor leggero: a Roma prenderebbe più o meno 4 milioni, a Parigi ne guadagna circa 6. Un altro allenatore contattato, inseguito e sognato è Maurizio Sarri, ma pure lui prima di accettare la Roma deve liberarsi del contratto con il Napoli. Cosa che al momento appare complicata, anche impossibile. Poi, ovvio, se De Laurentiis decidesse di mandarlo via, sarebbe tutto più facile. Ma perché dovrebbe mandarlo via, poi? Non c'è un motivo concreto. C'è una clausola da otto milioni che non può essere fatta valere in questa stagione. E' chiaro che il club giallorosso ha messo in fila anche altri allenatori, uno di questi è Paulo Sousa, esausto di Firenze (e Firenze esausto di lui). Il portoghese piace molto. Stesso dicasi per Eusebio Di Francesco (clausola da 3 milioni), che a Roma tornerebbe di corsa. Ma questi ultimi due aspettano notizie da Trigoria, con il primo in vantaggio sul secondo. Notizie che arriverebbero o arriveranno tra una ventina di giorni al massimo. Poi, liberi tutti. Del resto, se la Roma avesse voluto un allenatore con meno problematiche (Mancini) lo avrebbe già messo sotto contratto, visto che Spalletti è a scadenza. Questo non è avvenuto e difficilmente avverrà.
MOMO IN REDS - Intanto Monchi, in attesa anche lui, sta preparando il piano per il prossimo mercato. Che sarà fatto di cessioni (qualche big, come noto, partirà) e qualche acquisto, vedi trattativa per Kessie (ma c'è il Milan), Pellegrini e così via. La prima fase, quella di giugno, servirà per mettere a posto qualche conto. Appare scontata la partenza di Manolas, che ha l'Inter come sua pretendente principale. La scelta che ha fatto la Roma su di lui appare chiara e il segnale di una sua partenza sta nel fatto che Kostas non si è visto più adeguare/rinnovare il contratto. «Il mio futuro? Dipende dalla società, io voglio restare», sussurra il greco. Nainggolan pure è rimasto all'asciutto, ma aveva rinnovato l'anno prima. Per il Ninja si trattava di un riconoscimento economico, figlio della stagione disputata prima dell'Europeo. La Roma non è andata in Champions e pure per lui tutto è saltato. Il Ninja in partenza? In teoria no, ma in pratica sì. Discorso che vale per tutti: dipende dalle offerte. Un altro che ha mercato è Momo Salah. Mercato soprattutto inglese. Sull'egiziano c'è il Liverpool.