La penna degli Altri 30/05/2017 13:17
Quella fascia da favola per il Pulcino numero 10
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Quando Totti domenica si è tolto la fascia e l’ha messa al braccio di Mattia, l’Olimpico (e non solo) si è domandato: ma chi è quel bambino? Si chiama appunto Mattia, di cognome fa Almaviva ed è il capitano dei Pulcini della Roma. Un passaggio di consegne che ha preso in contropiede tutti: dal bambino alla famiglia, che non pensava minimamente che la partecipazione del figlio all’addio di Francesco avesse questo epilogo. Perché si poteva immaginare che il campione potesse lasciare in eredità la fascia a De Rossi, Florenzi, magari al figlio Cristian. La scelta di Totti è stata invece originale e simbolica: dal capitano storico al più giovane del settore giovanile giallorosso. Mattia, infatti, è un classe 2006. L’incredulità che si è letta nei suoi occhi quando ha visto avvicinarsi Francesco, che con la premura di un padre gli ha poi legato al braccio la sua fascia, è un momento che rimarrà indelebile nell’addio del campione. Un gesto semplice che ha fatto impazzire di gioia un bambino di 11 anni che ora è pronto a realizzare un piccolo quadretto – insieme alla numerose foto che gli sono state scattate - per conservare quello che considera giustamente un cimelio. Mattia è figlio di una giovane coppia che vive a Pietralata: Gianluca, piccolo imprenditore locale che si occupa d’impiantisca e manutenzione, e Costanza, di origini campane, che lavora invece in una mensa scolastica a Montesacro. Famiglia di romanisti doc, allietata tre anni fa anche dall’arrivo della piccola Arianna. Mattia, dopo un paio di anni di nuoto, ha iniziato a giocare a pallone nel Savio, storico club della capitale, dove ha impiegato poco nel ruolo di numero ‘10’ a mettersi in mostra. Poi il passaggio alla Roma. Ieri, dopo aver vissuto secondi interminabili di ribalta internazionale, è tornato alla vita di tutti i giorni. Puntuale a scuola, frequenta un istituto sulla Tiburtina, nel pomeriggio ha svolto l’allenamento a Trigoria. Poi a casa e a letto presto. Magari, sognando Totti.