La penna degli Altri 26/05/2017 14:05
Predestinato, umile, geniale: tutti i cucchiai di Re Francesco
Se Francesco Totti si voltasse indietro, capirebbe che il destino non gli aveva lasciato scampo. Il suo numero non poteva che essere il 10, per dieci motivi:
1 Un giorno bussarono alla porta di casa alcuni funzionari del Milan. «Avevo 13 anni e qui soldi ci avrebbero fatto comodo – racconta Francesco – ma la mia famiglia disse di no. Fu una scelta non facile, però il cuore mi portava da un’altra parte».
2 «Il simbolo è il Colosseo, il volto Alberto Sordi». Ha conosciuto Premier, omaggiato Papi, fatto da ambasciatore di Roma nel mondo. Il suo calcio si può discutere, la sua romanità no.
3 In un giorno di giugno del 2000, del cecoslovacco Panenka e del suo colpo preferito non si ricordava più nessuno, e così quando Totti batté Van der Sar con un «cucchiaio» dal dischetto, rubò la vetrina del mondo.
4 La Grande Tentazione Blanca restò dentro la testa di Francesco a lungo, soprattutto perché l’avvenire giallorosso non sembrava roseo. Poi però inviò la cortese risposta: «No, grazie». No grazie al Real, ma anche a tanti titoli, Coppe, forse anche al Pallone d’oro.
5 Il grido, le mani nei capelli, lo stadio che prima ammutoliva e poi ululava la propria rabbia. Totti si era fatto male sule serio. Era il 19 febbraio 2006 e a giugno sarebbe cominciato il Mondiale di Germania. Negli ottavi contro l’Australia, invece, fu solo sul dischetto per battere il rigore che valse il paradiso. Lui c’era.
6 E c’era pure qualche mese più tardi: nel gesto tecnico del 26 novembre 2006, tiro al volo contro la Samp da posizione impossibile che fece venire giù Marassi. Francesco l’ha sempre eletto tra i suoi gol più belli.
7 C’è una maglia che Francesco Totti continuerà a indossare ed è bianca e celeste, pensa un po’. Non è uno scoop e neppure uno scandalo. Piuttosto un onore, perché quelli sono i colori dell’Unicef di cui Totti è ambasciatore.
8 Un bel giorno Totti andò a cena con Maurizio Costanzo e l’allora sindaco di Roma Walter Veltroni: i tre insieme partorirono un’idea vincente, un libro in cui lo stesso Totti raccogliesse le barzellette su se stesso.
9 Totti e la tv è un amore spontaneo, poco preparato e forse per questo profondamente vero. Come quando all’improvviso cambia la scaletta di Sanremo spiazzando come dal dischetto i presentatori, citando un cantante piuttosto che l’altro. Totti è così, sorprendente e divertente.
10 Fortunato chi ha potuto giocarci vicino, chi ha potuto viverlo fianco a fianco, Francesco. «Questo è calcio, che fenomeno», ha detto di lui Lionel Messi. «È il più forte che abbia mai visto in vita mia», è stata la firma di Diego Armando Maradona. «È il Pelé italiano», disse del capitano O Rey.
(gasport)