La penna degli Altri 10/05/2017 13:41
Pioli cacciato, parte il domino degli allenatori
IL MESSAGGERO (E. TROTTA) - L’Inter ha esonerato ieri sera Stefano Pioli. Una notizia che era nell’aria e che non ha colto quasi nessuno di sorpresa. La scelta (squadra per ora a Vecchi) ha, di fatto, dato il la al valzer delle panchine, con più di mezza serie A coinvolta. Il ballo in abito da sera continuerà non appena Conte comunicherà la sua volontà, dopo la vittoria della Premier: rilanciare l’Inter o giocarsi la Champions con il Chelsea? In Inghilterra sono sicuri che Abramovich lo convincerà a prolungare il suo contratto, aumentando l’ingaggio fino a 10 milioni all’anno e mettendo sul tavolo un budget da 150 milioni per rinnovare la squadra. Ma il corteggiamento dei dirigenti meneghini ha inevitabilmente stuzzicato il tecnico salentino: un triennale da 15 milioni a stagione, carta bianca sul calciomercato e la possibilità di riabbracciare la famiglia in Italia. Le speranze non sono tantissime, anche se Zhang Jindong è disposto ad aspettare fino all’ultimo. E per arrivare a lui si è affidato pure a Walter Sabatini, che aveva provato ad ingaggiare Conte già nella Capitale: l’ex ds della Roma è stato scelto come responsabile tecnico delle squadre del gruppo Suning. L’altro grande top manager, Simeone, è invece lusingato dalle attenzioni dell’amico Zanetti: il vice-presidente nerazzurro spera in un possibile crollo dell’Atletico per far cambiare idea al Cholo. Subito dopo i grandi obiettivi, c’è sempre Spalletti. Una sorta di compromesso tra l’anima italiana e quella cinese. Di certo, un profilo preferito a Jardim del Monaco, sponsorizzato da diversi procuratori vicini all’Inter e dallo stesso Sabatini.