La penna degli Altri 28/05/2017 14:49

Mazzone: "Totti, ma cos'altro dovevi fare per la Roma?"

mazzone-carlo

IL TEMPO (C. MAZZONE) - È difficile spiegare le sensazioni che provo in questo momento, la prima cosa che mi viene in mente è quando ci siamo conosciuti. Ti vedevo giocare in campo e mi chiedevo come fosse possibile che fossi già così forte nonostante la giovane età. Secondo me tue il pallone vistavate simpatici a vicenda, ma non te l’ho mai detto perché avevo paura che il sogno svanisse troppo presto o che comunque mi stavo sbagliando. Poi con il passare del tempo continuavo a ripetermi che avevo avuto una fortuna ad incontrarti, ma sempre senza dirti niente, era meglio lasciarti tranquillo. Però siamo entrati subito in sintonia, andavamo d’accordo e spesso mi preoccupavo per te. Dicevo a Giannini che avrebbe dovuto controllarti, soprattutto quando andavi in giro in motorino e la sera chiamavo i tuoi genitori per farmi qualche chiacchierata. Sempre però con grande serenità. Però non hai mai avuto problemi ad integrarti in un mondo che ti stava soltanto aspettando, che successivamente sei riuscito a conquistare grazie alla tua straordinaria classe. In quest’ultimo periodo mi sono arrabbiato spesso vedendoti seduto in panchina, utilizzato per pochi minuti come uno qualunque. Avresti dovuto ricevere serietà, onestà, rispetto calcistico.

Con il tempo ho sempre avuto la conferma di quanto tu sia un professionista serio ed esemplare. Ora non conosco le condizioni del tuo fisico, non so se ti fanno male le gambe dopo un allenamento, ma so che potresti ancora utilizzare la tua straordinaria mente sul campo di gioco, perché i grandi campioni come te hanno sempre fatto la differenza utilizzando prima la mente del corpo. Ci hai fatto divertire, ci hai fatto vincere e questo è il ringraziamento? Voglio lasciare da parte l’amarezza che mi sono portato dentro negli ultimi mesi, nonostante il dispiacere non sia ancora svanito. Ogni tanto mi ripeto però che cosa avresti dovuto fare in più per essere rispettato? Forse è meglio che mi fermi qui. In tutta questa situazione, caro Francesco, avresti dovuto decidere da solo in totale serenità senza nessuno che ti obbligasse a fare qualcosa contro la tua volontà. Non so che cosa ti riserverà il futuro, ma ti auguro di continuare ad essere felice nel mondo del calcio e di ottenere il tributo che meriti. Col tempo ho capito sempre più quanto tu sia stato una persona ammirevole quindi ti auguro la realizzazione di ogni sogno. Sei stato la rappresentazione perfetta della gioia di ogni bambino che dà i primi calci ad un pallone, mostrando la tua vera natura: un ragazzo dal cuore d’oro che ha sempre portato infinito rispetto verso tutti. Non ti dimenticherò mai e non dimenticherò mai quello che abbiamo condiviso insieme. Grazie.