La penna degli Altri 19/05/2017 13:49
L’urlo di Agnelli: «Fatti degli errori, ma nelle curve lo Stato ci aiuti»
Due ore intense di attacchi, difese, contrattacchi. Così, tra imbarazzo e fervore, accuse e ammissioni, Andrea Agnelli ha finalmente parlato del caso biglietti, degli ultrà in odor di mafia ingolositi dal bagarinaggio allo Stadium. «Nessuno ha avuto il dubbio prima che Dominello potesse essere qualcosa di diverso da un semplice ultrà. Non siamo mai stati avvertiti da organi dello Stato né abbiamo ricevuto informative: Dominello non è stato scelto da noi, ma dalla curva. Se non solo io, ma tutti i miei dipendenti avessero saputo quello che poi è emerso, mai avremmo avuto rapporti con lui. Se la questura non sapeva, perché dovevo saperlo io?».
In ogni caso, di fronte al pressing della presidente dell’Antimafia Rosi Bindi e dell’onorevole del Pd, Marco Di Lello, anche Agnelli ha riconosciuto «di aver commesso degli errori». Qualcuno perfino in sede di costruzione dello Stadium: «Tutto nasce da uno stadio troppo piccolo, abbiamo il 95% di riempimento medio e i bagarini sono attratti da eventi in cui la domanda è superiore all’offerta», ha detto.
(gasport)