La penna degli Altri 06/05/2017 16:48

Laziali divisi sullo sfottò noir. I cugini: disonore per Roma

manichino salah impiccato colosseo

LA REPUBBLICA (M. ERCOLE - F. FERRAZZA) - Sfottò goliardico o scherzo di cattivo gusto? La distanza tra i due concetti può essere molto sottile. A partire da ieri notte, quelle quattro bambole gonfiabili, vestite con le maglie della Roma e appese al ponte di via degli Annibaldi che affaccia sul Colosseo, hanno diviso le interpretazioni dei tifosi della Lazio. Alcuni hanno capito sin da subito le intenzioni di scherno nella mente degli ideatori, il gruppo organizzato biancoceleste degli “Irriducibili”: «È solo un modo per prendere in giro i romanisti, che segue la scia di quanto fatto nell’ultimo derby». Una sorta di terzo capitolo della “saga dell’incubo”, iniziata con la scenografia della stracittadina (lo striscione “Arrivederci al prossimo incubo”), proseguita con il funerale per la morte calcistica della Roma inscenato, con tanto di bara e sagome di presunti cadaveri lasciate fuori da Trigoria, e arrivata, appunto, a quanto accaduto ieri notte.

C’è un’altra parte di laziali che invece non ha gradito la modalità macabra e funerea dello sfottò: «Quei manichini potevamo risparmiarceli, danno una brutta immagine e la gente non vede l’ora di accusarci di qualcosa». Altri ancora provano a sdrammatizzare: «Se fuori dal centro sportivo della Roma hanno mandato i Ris per analizzare le “prove”, adesso chiameranno direttamente l’Fbi». E lo striscione, preso fuori da questo contesto ha tutta l’aria di una minaccia: “Un consiglio, senza offesa: dormite con la luce accesa”.
Parole che inizialmente avevano fatto pensare addirittura che fossero stati i tifosi della Roma gli autori. In quel caso sì che sarebbe stato più che lecito parlare di minaccia e in tanti hanno condannato molto duramente quello che somigliava in tutto e per tutto a un messaggio intimidatorio. Ma nella mattinata di ieri i tifosi della Roma si sono uniti per difendersi, quasi urlando che quel macabro spettacolo in realtà era stato partorito dai laziali: «Ma pensano sempre a noi, prima il funerale a Trigoria, poi i fantocci appesi: non riescono a esaltare i loro giocatori, a parlare di sé», uno dei commenti tra i tantissimi che si scovano sul web. Basti pensare che l’hashtag “@Colosseo” è stato tra le tendenze principali di per tutta la giornata di ieri.
Molta l’indignazione per il cattivo gusto scelto e per l’immagine di Roma, rappresentata dal Colosseo sullo sfondo, a fare il giro del mondo con un messaggio piuttosto discutibile. «Disonorano Roma e ne fanno parlare male», un’altra presa di posizione. E tra i tanti commenti, non manca anche la versione ironica: «La vera notizia, quella sì goliardica, è che i laziali hanno dovuto comprare le magliette della Roma», è la chiosa di chi ha capito da subito di cosa si trattasse. Macabro e discutibile, sì. Ma pur sempre sfottò.