La penna degli Altri 04/04/2017 13:17

Una sfida senza barriere con cinquanta mila tifosi

Coreografia

IL MESSAGGERO (A. ABBATE) - Cinquantamila cuori battono ancora, 810 giorni dopo. Tanto è passato dal 25 maggio 2015, l’ultima volta che in un derby (finito 2-2) all’Olimpico bussarono cinquanta- mila spettatori. La semifinale di ritorno di Coppa Italia - biglietti staccati alla mano - calamiterà un cornice analoga, dopo quasi due anni di proteste, spettacoli desolanti e spalti tristi. Stasera lo stadio si riempirà di gioia. In un gala senza divisioni, se non quelle di fede. Sembrava impossibile il ritorno al passato, bastava invece abbattere le barriere nelle Curve (introdotte a settembre 2015), soprattutto nella sede giallorossa. Gli ultrà romanisti rientrano e urlano al trionfo perché il ministro dello sport Lotti ha tolto i vetri divisori: due file di steward impediranno comunque ai gruppi di passare da una parte all’altra, pena una multa salatissima. Niente fumogeni, niente bengala, niente scritte offensive, niente minacce alle squadre e soprattutto niente incidenti, né dentro né fuori dallo stadio. Perché questo dietrofront è, in primis, un esame di maturità per il futuro.

- Bande contrapposte, il derby torna a suonare il rock e intonare cori. Finalmente balleranno scatenate pure le bandiere: «Ogni tifoso ne porti una grande o piccola che sia, un vessillo e tanta tanta voce» chiede la Sud. In questa Primavera forse qualcosa davvero è rinato in quest’impeto di tifo sfrenato. L’intelligence della polizia solo al lavoro da giorni però per non far morire le novità (re)introdotte. In queste ore di frenetica vigilia non s’avverte un clima infiammato, anzi di collaborazione per non far fallire quest’atteso revival annunciato. Autorizzata la coreografia anche alla Sud per accendere ulteriormente solo i riflettori. Basta derby della memoria, riecco il derby dei flash. Mai più un derby al buio. Raccogliete questa luce, che cade dal tramonto della Capitale.

CURVA NORD - Proprio un anno fa lo stadio era agonizzante, scandito dal battito di appena 29mila tornelli. La Nord trasferita al Palagems e poi scatenata di rabbia a Formello, dopo il ko. Oggi gli ultrà laziali festeggiano d’essere rientrati prima a casa (a settembre) e di essersi goduti dall’inizio tutta la strepitosa cavalcata di Inzaghi. Hanno scelto di lottare contro le barriere da dentro, hanno accolto con un po’ di malizia la “tempistica” della decisione che porterà i “cugini” al rientro. Così ecco effetti pirotecnici con la scenografia per sbiadirne l’effetto: «La Curva sarà un grande spettacolo. Servirà il contributo da parte di tutti i tifosi biancocelesti». Tutti presenti all’appello, dovranno tenere un telo gigante, sulla vetrata lo striscione e il ricordo del 26 maggio 2013. Allora la Lazio fece Roma in un derby eterno. Quattro stagioni dopo rieccoci in un meraviglioso inferno. Non c’è rivincita giallorossa, ma i tifosi biancocelesti sono pronti di nuovo a “sbattere” in faccia la loro lazialità.