La penna degli Altri 16/04/2017 14:44
Spalletti in ginocchio: «Ho dato tutto».
IL TEMPO (E. MENGHI) - Né il contratto né i tre punti nell'uovo di Spalletti. Solo tanti rimpianti. A sei giornate dalla fine lo scudetto e un miraggio e la cautela di Allegri suona come il solito ritornello di fine stagione: «La Roma può fare 90 punti, noi dobbiamo arrivare a 91. La strada è lunga». Ma spianata. Lo stop casalingo dei giallorossi di fatto cancella le ultime speranze di tenere vivo il campionato almeno fino allo scontro diretto del mese prossimo: «Rischiano - ammette il tecnico toscano - di essere due punti persi importanti. Contro squadre come l'Atalanta devi riuscire a vincere all'Olimpico. La Roma ha grande potenzialità, è forte, ma deve imparare a gestire meglio le situazioni. Non so se un titolo qui vale come cinque da altre parti, so solo che ce l'ho messa tutta. II risultato non è buonissimo, ma nemmeno da buttare via. Alla fine tireremo le somme e ci prenderemo le responsabilità».
Lui è pronto a farlo e quel «ce l'ho messa tutta» sembra un altro indizio di addio. Sicuramente sa di resa. Troppe cose non hanno funzionato ieri: «Il primo tempo si e fatto al di sotto delle nostre possibilità. La palla girava lentamente e senza fare uno sviluppo veloce, nel secondo invece abbiamo fatto meglio e avremmo meritato di più. Le difficoltà sono dovute al fatto che non ho fatto giocare la squadra sempre allo stesso modo e non ho avuto modo di lavorare su distanze, misure e schemi tattici precisi. L’aver cambiato spesso non ci ha fatto diventare specifici per le nostre qualità. Da una parte la versatilità è una virtù, ma dipende dal risultato».
Quello con l'Atalanta non è soddisfacente e riapre la lotta al secondo posto: «Dobbiamo mantenere alta la tensione, avere il carattere giusto per riuscire a tirar fuori sempre il massimo e lavorare nella maniera corretta. Per arrivare davanti al Napoli, che gioca un calcio eccezionale, dobbiamo essere perfetti». Lo sono stati solo per meta contro i bergamaschi, buttando via il primo tempo e giocando da Roma solo il secondo: «Ci siamo intestarditi nel tentare di fare qualcosa in più, nel mettere a posto l'azione un po' farraginosa che avevamo. Abbiamo perso minuti importanti, un tempo importante. Loro hanno scelto di lasciarci i terzini liberi, noi non li mettevamo in condizione di rompere la linea dei mediani o quella di difesa. Nel secondo tempo molto bene, la squadra ha giocato una grande partita, al di là delle situazioni evidenti ci sono state due o tre volte sia dal lato destro sia dal lato sinistro in cui non abbiamo chiuso sul secondo palo. Abbiamo aspettato di vedere la palla che passava di lì, anziché anticiparla. E’ stato tutto più difficile».
Sulla scelta, certo non nuova, di schierare Rüdiger terzino per 45 minuti: «Mi convince, ma a conti fatti non è stata tra le più felici». Infatti ha corretto il tiro mettendo Peres nella ripresa. E alla fine le palle gol per la rimonta ci sono state: «Forse ci sono mancate le energie, anche se abbiamo avuto 2-3 occasioni importanti. Abbiamo indugiato nelle scelte da fare che ci potevano dare un grosso premio».
La sorpresa è stata brutta, l'uovo di cioccolato amarissimo e il toscano è sempre più lontano dal rinnovo. Dopo Di Francesco, un altro avversario si candida dalla sala conferenze dell'Olimpico per la successione, a una condizione: «Mi lusingherebbe allenare la Roma, ma - sottolinea Gasperini - mi sono ripromesso di non essere la terza o la quarta scelta di nessuno».