La penna degli Altri 01/04/2017 14:07
Roma pensa già al derby, le due diverse strategie per un’unica ossessione
LA REPUBBLICA (G. CARDONE/M. PINCI) - Sembrava perso per sempre, invece è tornato. Smentiti quelli che “non sarà più come una volta”. È dietro l’angolo, il derby romano, di nuovo con le curve piene di gente e di colori, con 50mila tifosi (forse di più) a spingere le squadre nella partita che come ai vecchi tempi è la più importante dell’anno, con la tensione che preoccupa le forze dell’ordine e fa vibrare cuori appassionati. È bastato rimuovere la barriere nelle curve e l’impossibile è diventato possibile: esattamente dodici mesi fa, il 3 aprile 2016, appena 23mila spettatori per Roma-Lazio, record negativo all time; martedì sera saranno più del doppio. C’è in palio la finale di Coppa Italia, la città si fermerà. I giallorossi costretti alla rimonta perché la Lazio all’andata ha vinto 2-0. Ora ironizzano, i tifosi biancocelesti, su questa mobilitazione per togliere le barriere in curva proprio in occasione della partita più attesa, quella che decide una stagione. Le istituzioni hanno dato l’ok, dopo 18 mesi di Sud vuota, su input del Ministro dello Sport Lotti, grande amico di Spalletti. Che ha sempre faticato a capire le ragioni di quel deserto. Certo la tifoseria romanista ha risposto come ci si aspettava, tutti a comprare il biglietto, Sud e Distinti esauriti, alla fine saranno 32mila giallorossi contro 18mila laziali, più o meno.
Ma oggi la corsa è diversa, i due tecnici si affannano a ripetere «non pensiamo al derby, prima c’è una partita importantissima da giocare». Roma-Empoli alle 20.45 e, prima, Sassuolo-Lazio alle 18. In realtà a Inzaghi la verità sfugge: «Normale che nella testa ci sia il pensiero del derby », ammette il tecnico rivelazione dell’anno, quello che doveva andare alla Salernitana e invece guida una Lazio bella e ambiziosa. Al punto che sogna la finale di Coppa Italia e si gioca l’ultima chance per la Champions: infatti Inzaghi rinuncia al maxi turnover e fa giocare i vari Biglia, Milinkovic, Felipe Anderson, Lulic. Sta valutando se concedere una pausa a de Vrij e Immobile, comunque ieri provati con i titolari. Va di sicuro in panchina Keita, ma perché ha un adduttore affaticato. «Voglio il 120 per cento da chi scenderà in campo», tuona il tecnico. Il suo piano è battere la colonia romanista del Sassuolo (7 ex giallorossi, compreso il tecnico Di Francesco) e sperare che la Juve domani passi a Napoli, così la Lazio arriverebbe con soli tre punti di svantaggio allo scontro diretto contro Sarri, domenica 9 all’Olimpico. Tutto in 9 giorni, sì.
A proposito di Sarri: è lui il sogno proibito per il futuro dei dirigenti romanisti (insieme all’argentino Sampaoli del Siviglia, una vera e propria fissazione del futuro ds Monchi). Ed è a lui che pensa soprattutto il consulente particolare di Pallotta, l’ex dg Franco Baldini, forte anche di un legame di amicizia con il tecnico del Napoli, blindato però dal club di De Laurentiis fino al 2020 da una clausola rescissoria da 8 milioni. Se a Trigoria hanno iniziato a guardarsi intorno, è soltanto perché costretti a lavorare all’eventualità che Spalletti decida di salutare a fine stagione. Una prospettiva che dopo i risultati dell’ultimo anno non piace a nessuno, ma è lui stesso a lasciar cadere copiosi indizi in questo senso: prima cancellando proprio Monchi («con lui si parla di futuro: oggi c’è Massara e il mio ds è Massara»). Poi ribadendo che arrivare secondo non basterebbe a offrirgli lo stimolo per restare: «Se non si vince non resto e vincere vuol dire conquistare un trofeo». Quindi rischiano di bastare una manciata di giorni a definire quello che sarà del legame tra la Roma e Spalletti: dipenderà dal Napoli, se riuscirà a fermare la Juve imbattibile (e imbattuta) da 14 partite ufficiali. E ovviamente dal derby, diventato lo snodo cruciale della stagione. Consapevole del peso della distrazione per un gruppetto di ragazzi che fino a meno di un mese fa coltivavano l’utopia di arrivare in fondo ad almeno due competizioni su tre e oggi aggrappati all’obiettivo “remuntada”, l’allenatore insiste: «L’importanza nella nostra città del derby ti può portare a pensare a quello, ma il vero modo per prepararlo bene è vincere contro l’Empoli e concentrarsi solo su questo». Però fa riposare i titolarissimi Nainggolan (nonostante l’assenza forzata di De Rossi e Strootman a centrocampo), Manolas e forse Salah. Sarà un caso.