La penna degli Altri 16/04/2017 15:52
Roma incompiuta, Spalletti si arrende: «Io c'ho provato»
LA STAMPA (G. BUCCHERI) - Zero titoli. Il finale di Luciano Spalletti, tecnico della Roma, sembra aver trovato il suo copione definitivo, ora che la vetta della classifica lontana otto punti e le coppe sono solo un ricordo. Zero titoli, o tituli come diceva Jose Mourinho, dovrebbero anche significare l’addio di un allenatore che alla conquista di un obiettivo ha legato la sua permanenza nella Capitale e che ieri, dopo pareggio all'Olimpico con l''Atalanta, parlava al passato. «A Roma ho trovato la possibilità di lavorare e ce l'ho messa tutta: adesso pensiamo alle ultime sei partite di campionato perché - così Spalletti - c’è un secondo posto da conquistare, poi ci prenderemo le nostre responsabilità».
Vantaggio nerazzurro Cosa ha detto la sfida contro i ragazzi di Gasperini, al di là del verdetto? Ha raccontato di una Roma incompiuta, come accaduto spesso durante la stagione. Se infatti con il Sassuolo e l'Empoli, solo per rimanere aggrappati alle fatiche giallorosse più recenti, giocare un solo tempo era bastato per arrivare al bottino pieno, davanti ai vivaci bergamaschi è andata diversamente. Pigra e disattenta, la Roma nella prima parte di gara. Reattiva e pungente, nella ripresa: cosi, dall'incrocio capitolino, è uscito un risultato (1-1) giusto e fedele specchio dell'andamento del pomeriggio. L'Atalanta ha avuto nettamente la meglio in avvio e per buona parte dell'incontro è riuscita a far dimenticare le pesantissime assenze dei suoi migliori interpreti: ieri, non c'erano Papu Gomez e Spinazzola, esterni sulla cui bravura Gasperini ha costruito le proprie fortune. Il vantaggio - da applausi !'assist di Conti e la stoccata al volo di Kurtic - non ha dato l'immediata scossa alla Roma, che si è accesa solo dopo l’intervallo.
Dzeko gol. Poi i pali Il risveglio giallorosso è di quelli devastanti come solo una squadra di grande qualità può fare. Prima il pareggio di Dzeko (25 le sue reti, re con Belotti), poi il palo di De Rossi (spettacolare la sua semi rovesciata) e l'incrocio di Nainggolan (la traversa ha smesso di tremare dopo un bel po' di tempo per la forza della saetta del belga): i legni, ben diciassette, consegnerebbero ai giallorossi lo scudetto perché nessuno ne ha colpiti di più. «Dobbiamo portare a casa il secondo posto, la Juve non è squadra che perde otto punti in sei partite», così il portiere polacco Szczesny. Si torna, quindi, al titolo iniziale, o meglio agli zero titoli: Spalletti al passo d'addio o, per evitarlo, al grande ripensamento.