La penna degli Altri 14/04/2017 13:17

La Serie A finisce sotto l'albero

juventus stadium illuminazioni di natale

IL MESSAGGERO (E. BERNARDINI) - Niente sole, mare e mete esotiche: le prossime festività natalizie si passeranno allo stadio. In campo il 23 e il 30 dicembre 2017, e poi anche il 6 gennaio 2018. «Una decisione storica nel rispetto della tradizione italiana e cattolica» ha sottolineato Ezio Maria Simonelli, attuale reggente della Lega di serie A. E' rimasta inascoltata invece la richiesta del ct Ventura di anticipare al 13 agosto. E pace se la Nazionale dovrà giocarsi tutto contro la Spagna il 2 settembre. Una sfida fondamentale per le qualificazioni al Mondiale, che il ct avrebbe voluto affrontare con giocatori già rodati da qualche giornata di campionato. La stagione, ma soprattutto le tournée delle squadre, sono già state definite e tornare indietro vorrebbe dire perdere soldi. Il campionato 2017/18, dunque, inizierà come stabilito il 20 agosto. «Abbiamo valutato se c'era la possibilità di soddisfare la richiesta della Federazione, ma giocare in Italia in agosto non è proprio nelle nostre corde, non c'era spazio per giocare ad agosto. Anche in Spagna stessa data», ha aggiunto Simonelli. Niente inizio anticipato ma, come detto, si giocherà a Natale. Si andrà in campo sabato 23 e sabato 30 dicembre. Confermato anche il turno dell'Epifania. Questa la decisione presa ieri dalla Lega di Serie A riunitasi a Milano. Il 27 dicembre e il 3 gennaio si giocheranno anche i quarti di Coppa Italia. La pausa invernale scatterà subito dopo il 6 gennaio. Le squadre torneranno in campo il 21 gennaio. Tre i turni infrasettimanali: 20 settembre, 25 ottobre e 18 aprile. Inizialmente, la Lega aveva preso in esame alcune proposte secondo le quali si sarebbe dovuto giocare addirittura nelle giornate del 24, 27 e 30 dicembre. La discussione è andata avanti a lungo durante l'assemblea, ed è stata esclusa solo all'ultimo l'ipotesi di giocare il giorno della Vigilia di Natale.

L'ELEZIONE Sul fronte elezioni ancora un nulla di fatto. Si è parlato di governance, e la proposta di Simonelli è stata quella di ricalcare il modello della Major League Soccer americana: l' assemblea che cura l'aspetto sportivo e un service che invece gestisca la parte commerciale. Non si è invece parlato dell'articolo 19, quello che regola la legge Melandri sui diritti tv. In un clima così controverso si è preferito non affrontare in modo frettoloso una questione così delicata. La prossima e ultima puntata andrà in scena il prossimo giovedì. Si tratta dell'ultima spiaggia, visto che il giorno dopo (21 aprile) si terrà il Consiglio Federale che ufficializzerà il commissariamento. Le grandi e le medio-piccole non trovano una convergenza, nonostante il tentativo di una mediazione portata avanti da Simonelli in persona. «Non si può andare avanti con una Lega dove si pensa soltanto a come dividersi i soldi, più che a procurarseli. Sono convinto che il commissario non risolverà nulla lo stesso. Secondo me bisogna che Luca Lotti si metta una mano sulla coscienza e vada oltre il guado», il commento duro del patron del Aurelio De Laurentiis. La verità è che manca un nome forte. Raffreddati anche gli entusiasmi su Adriano Galliani per via dell'inchiesta Infront e del suo ruolo in Fininvest. Problemi anche su chi potrebbe fare il commissario: il Michele Uva si è chiamato fuori, così come il presidente del Coni Malagò, che ha anche bocciato l'idea Tavecchio.