La penna degli Altri 07/04/2017 14:25

I pm di Torino all’Antimafia: così funzionava allo Stadium

Juventus stadium tifosi

LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Una cosa sola, la , l’aveva perfettamente chiara: che il presunto ‘ndranghetista, Rocco Dominello, aveva sulla curva «un’influenza particolare». Lo dichiaravano due mesi fa i pm di Torino Paolo Toso e Monica Abbatecola alla Commissione Antimafia. Aggiungendo che «c’è consapevolezza del rapporto con Dominello, ma non c’è consapevolezza di rapporti con la ‘ndrangheta».

Emergevano però anche i dubbi dei due pubblici ministeri della Dda di Torino. Come quelli del sostituto procuratore Toso, parlando dei rapporti tra e Dominello: «Questi signori si saranno chiesti come facesse (Dominello, ndr) a tenere a bada migliaia di facinorosi. Anche un ragazzino è capace di stabilire che costui ha una sfera di influenza capace di tacitare le pretese di gente che negli anni precedenti si accoltellava per i biglietti».
E ancora: «Ci siamo chiesti “Come potevano non rendersi conto che...?”, ma su questo non si possono fare processi, anzi non si devono fare». Toso chiude così: «Non è sostenibile una consapevolezza, se non una certa disinvoltura, pacificamente ammessa dai dirigenti. Che poi è l’oggetto della contestazione della procura federale».
Sul perché sia stata esclusa l’ipotesi estorsiva, però, è durissima la sua collega Abbatecola: «Qui la situazione è più simile a quella dell’imprenditore colluso, non quindi l’estorto costretto, ma l’imprenditore che raggiunta una certa esperienza e magari anche una certa malizia, superate certe remore, si avvicina al più forte non perché rischi di avere un danno, ma perché intravede il vantaggio». Certo, «la prova di questa influenza di Dominello all’interno del’ambiente » emerge dagli incontri documentati con il Marotta e dal suo disturbo per il provino del parente di un altro appartenente a una famiglia ritenuta ‘ndranghetista, «dovendo lo stesso Marotta ammettere che di regola non si occupa direttamente di provini».
Spunta anche una cena, raccontata dal responsabile marketing Calvo, a cui era presente Saverio Dominello, padre di Rocco e condannato per associazione mafiosa nel 1996. Ma la pm Abbatecola spiega: «Posso io, sulla base di una cena, fare un’iscrizione per concorso esterno? Sinceramente no».