La penna degli Altri 07/03/2017 13:24
Tavecchio guida una Figc spaccata
LEGGO (R. BUFFONI) - Ha vinto Tavecchio, viva Tavecchio. Ma la Figc è divisa come non mai. Il presidente uscente della Federcalcio ha ottenuto un nuovo mandato fino al 2020 ottenendo il 54,03% dei voti contro il 45,97% dello sfidante Abodi, ormai ex presidente della Lega di serie B. Successo maturato alla terza tornata, quando bastava il 50% dei voti più uno. «Do atto al mio sfidante della correttezza, e ora dico che con la forza con cui ci si divide bisogna ritrovare la stessa forza per unire», le prime parole dette da Tavecchio dopo la sua rielezione. Il numero 1 di via Allegri non ha potuto nascondere la spaccatura, con calciatori e allenatori su fronti contrapposti (i primi sostenevano Abodi) e con gli arbitri accusati dallo sfidante di avergli voltato le spalle. «Arbitri decisivi? C’è amarezza, perché quel 2% per me era sacro e rimane sacro», ha commentato lo sconfitto. Polemica divampata anche tra Tommasi, capo dell’Assocalciatori e Ulivieri, leader dell’Assoallenatori. «Deluso perché Tavecchio è stato rieletto con il voto degli allenatori e degli arbitri – ha detto Tommasi – Non pensavo fosse possibile, invece così è stato». Tommasi che era già entrato in tackle nel suo intervento: «Si può arrivare ad incatenarsi per questa federazione. E ora invece vedo molte catene legate alle poltrone...» ottenendo il riombrotto di Ulivieri: «Per fare i rivoluzionari ci vogliono passato, cultura, storia, peso e statura. In giro di queste cose ne ho viste poche».
«Noi sosteniamo chi ci ha fatto del bene», ha spiegato il presidente degli arbitri Nicchi. Parla di «Figc spaccata» il presidente della Lega Pro Gravina. Oltre ad allenatori e arbitri Tavecchio ha vinto grazie al voto di almeno 15 dei 20 club di serie A, Juventus (ex grande oppositrice) compresa: «Siamo soddisfatti – ha detto il dg bianconero Marotta – Abbiamo esaminato il suo programma elettorale e ne abbiamo apprezzato i contenuti. Ora avanti con le riforme». Che non riguarderanno una riduzione da 20 a 18 squadre della serie A che, anzi, probabilmente vedrà passare da tre a due le retrocessioni. Non è più tempo di gaffe. Stavolta Tavecchio ha citato Ford: «Avere un’idea è un’ottima cosa ma è ancora meglio sapere come portarla avanti». Per lui le congratulazioni di rito del ministro dello sport Lotti, mentre il presidente del Coni Malagò, intervenuto a urne ancora chiuse, aveva auspicato: «Chi vince deve far sì che tutti remino dalla stessa parte» invitando la Lega di serie A a «esprimere un presidente almeno entro il 15 marzo».