La penna degli Altri 17/03/2017 12:28
Roma, il cuore non basta
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Peccato! La Roma ci ha provato, ha giocato la sua partita, ha rimesso tutto in discussione, ma ha pagato pesantissimo quel 4-2 dell’andata. Ai quarti di Europa League passa il Lione, in una serata incredibile di quelle che non potevano essere diversamente viste le premesse e le protagoniste in campo. È il normale epilogo di questo periodo terribile nel quale la Roma ha buttato una stagione in nove giorni, ma dal quale però, nonostante l’eliminazione di questa sera, sembra essere uscita: perché nel complesso la squadra di Spalletti gioca una buona partita alla quale però manca un gol e questo 2-1 che va strettissimo non basta per andare avanti. Eppure i quarantatremila dell’Olimpico ci avevano creduto, perché il sogno della remuntada era a un passo. Ma in questo sport chi sbaglia paga e la Roma lo sa benissimo, lo ha vissuto fin troppe volte sulla sua pelle. Nemmeno Agatha Cristie l’avrebbe potuto immaginare questo avvio di serata fotocopia alla gara d’andata. Altro che thriller, ai tifosi romanisti servono nervi d’acciaio e un cuore nuovo di zecca per superare una serata così. E l’incrocio dei pali centrato da Rudiger dopo sei minuti è stato prologo perfetto. La Roma scende in campo col dente avvelenato, crea e sbaglia come sempre: troppo. E non è nemmeno fortunata: Rudiger è solo l’inizio, perché Lopes risponde sempre «presente» all’assalto. Cosi, dopo diciotto minuti di gioco a senso unico, da palla inattiva, al primo tiro in porta arriva il vantaggio francese. Incredibile ma vero. Stessa dinamica, stesso protagonista, Diakhaby, stessa amarezza che fa 1-0 e ammutolisce un Olimpico tornato a ruggire come ai vecchi tempi. La Roma incassa, è stordita quasi incredula che possa essere successo ancora, ma resta lì e alla prima ripartenza rimette tutto in gioco: Strootman di cattiveria dà la zampata che fa 1-1 e il popolo romanista ricomincia a sperare.
In campo c’è solo la Roma che deve fare e fa la partita contro tutto: la poca concretezza sotto porta, la condizione non ottimale di molti uomini chiave, un arbitro che almeno in un paio di occasione sbaglia «contro», ma anche la sfiga. Non ha mai un rimpallo favorevole e quando si trova palla al piede incoccia in Lopes che fa il fenomeno: due volte ancora su Strootman (migliore dei suoi) da due metri prima dei due fischi dell’ungherese Kassai. La ripresa parte allo stesso modo, c’ è solo la Roma che spinge da tutte le parti e passa dopo un quarto d’ora buono sui piedi di El Shaarawy che mette dentro un pallone al veleno sul quale la retroguardia del Lione si infila da sola con il più classico degli autogol con Tousart. Fa 2-1 e Olimpico alle stelle con l’ultima mezz’ora che è un assalto all’arma bianca. La Roma arriva da tutte le parti e il Lione chiuso su se stesso prova solo a far male in contropiede e ci va vicino: Alisson salva i suoi almeno due volte. Per gli ultimi disperati minuti Spalletti mette Totti, ma cambia poco il Lione respinge tutto come può e la Roma paga il dazio dell’andata. La qualificazione i giallorossi l’hanno buttata a Lione, con quel secondo tempo da fuori di testa: pazzesco considerando il parziale vantaggio del 2-1 dopo il quale forse i giallorossi hanno pensato che potesse già essere fatta. Finisce qui l’avventura in Europa, per la Roma è la sesta eliminazione consecutiva agli ottavi di Coppa, perché ai quarti accede il Lione. Spalletti & Co. lasciano comunque lo stadio tra gli applausi del loro pubblico per un amore ritrovato: almeno questa è una buona notizia…ma è l’unica. Troppo poco per una squadra che aveva iniziato con tutt’altre ambizioni e si ritrova di fatto fuori da tutto o quasi: ora per salvare la stagione serve davvero un miracolo.