La penna degli Altri 18/02/2017 14:11
Stadio, no di Lombardi. Grillo: «Non decidi tu». Lunedì blitz anti-fronda
IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI) - Nel pallone ci finisce tutto il M5S. La deputata Roberta Lombardi detta la linea dell’intransigenza contro «la colata di cemento»; Beppe Grillo prova a zittirla e prepara la calata nella Capitale per lunedì; la sindaca Virginia Raggi, ancora una volta in mezzo, è pressata dalla base e dai consiglieri comunali pentastellati che non vogliono la speculazione edilizia prevista intorno al nuovo stadio giallorosso e spingono per un annullamento della delibera approvata dalla giunta Marino.
LA GUERRA INTERNA – E così, dietro l’operazione di Tor di Valle, riaffiora la guerra interna tra le due curve del M5S. Una disfida che, ancora una volta, ha per epicentro Roma. Anche se lo sguardo è fisso alle future elezioni politiche. Ecco perché anche Luigi Di Maio, candidato premier in pectore, scende in campo. Ma è meglio mettere in fila le persone e i loro pensieri, nell’ennesima giornata di tutti contro tutti, caratterizzata anche dal Virginia-day in Campidoglio. Manifestazione animata da duecento militanti in difesa della grillina e all’attacco della stampa «buffona». Nella piazza della resistenza non si parla di stadio. Nonostante di prima mattina sia arrivato il fischio d’inizio da Roberta Lombardi, deputata non proprio del «Raggio magico», ma molto influente nella Capitale e di rimando tra i consiglieri comunali e regionali (a loro volta divisi, ci mancherebbe).
L’AFFONDO – Premette l’ex capogruppo alla Camera del M5S: «Un milione di metri cubi e uno stadio, un solo stadio. Grattacieli, business park, l’equivalente di oltre 200 palazzi in una zona disabitata da secoli. Sapete perché? Perché è a fortissimo rischio idrogeologico. Se non è questa una grande colata di cemento, allora cos’è?». Questa la premessa poi ecco la conclusione della Lombardi, condivisa dalla maggioranza dei consiglieri comunali grillini, chiamati ad alzare la mano in Aula Giulio Cesare sul progetto. Attacca la deputata: «Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità. Mi auguro che l’amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare dunque un nuovo progetto che rispetti la legge e la Capitale». Un intervento a gamba tesa in una trattativa complessa.
LA SCOMUNICA – Beppe Grillo batte un colpo e estrae il cartellino giallo (non sarebbe il primo nei confronti della deputata): «Sullo stadio della Roma decidono la Giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro». Finita qui? No. Perché Lombardi, che ormai parla alla base grillina poco curante dei vertici, torna a ribadire: «Verso la giunta e l’amministrazione il massimo sostegno, tant’è che i dubbi espressi dalla sottoscritta sul progetto sono gli stessi evidenziati da Virginia nel post apparso due giorni fa sul blog di Grillo». Ma ormai la spaccatura è evidente. Non a caso Di Maio assume una posizione distante dalla collega: «Noi non siamo mai stati favorevoli al progetto iniziale – spiega il vicepresidente della Camera – ma ci sono delle trattative in corso per vedere se si possono mettere insieme i nostri valori e la possibilità di portare a termine il progetto». Raggi schiva lo scontro diretto con l’ormai storica avversaria: «Lombardi? Ha già risposto lei dicendo che ha le mie stesse perplessità quindi va bene così». Le perplessità vengono confermate anche dall’assessore allo Sport Daniele Frongia: «Una certezza ce l’abbiamo: la delibera di Marino che molto precisa certamente non verrà portata avanti così com’è». Ma le strade sono due: annullare l’atto bloccando tutto l’iter in conferenza dei servizi o rimodularlo in minima parte, ma sempre con una variante al piano regolatore. Gran parte dei consiglieri, tendenza Lombardi, sono per lo stop. Forti di diversi pareri legali che li rincuorano su eventuali risarcimenti da parte dei proponenti del progetto. Ma poi ci sarebbe un’altra ricaduta politica da gestire e cadrebbe addosso a «Virginia». Ecco perché lunedì Grillo è atteso a Roma. Deve mettere d’accordo giunta e 29 consiglieri comunali. Non sono previsti tempi supplementari.