La penna degli Altri 28/12/2016 17:12
Pallotta: «Dovevo prendere prima Spalletti»
IL TEMPO (E. MENGHI) - Era atteso a Roma prima di Natale, ma è dallo scorso settembre che non ci mette piede. E nel frattempo non è che abbia parlato tanto. Pallotta è tornato a farlo ieri, dagli States, tramite il sito ufficiale del club, per un bilancio del 2016. E una confessione: «Avrei dovuto esonerare prima Garcia: con lui non saremmo andati in Champions. A dicembre, quando i giocatori ti confessano che non riescono a entrare in forma, qualcosa vorrà dire. Già la stagione precedente avevo notato alcuni segnali, ho provato a mettergli accanto delle persone, ma c’è stata l’incapacità di accettare ogni tipo di aiuto. Si stava andando verso il “io lavoro così e basta”». Poi la svolta, con Spalletti: «Nell’incontro a Miami ho capito che era lui la persona che stavamo cercando. Dopo la gara con la Juventus, ci sono state 17 partite senza sconfitte: notevole. Ci ha consentito di tornare in corsa». Con la collaborazione di Totti, rinato nel finale della scorsa annata: «Il nuovo contratto non è stato un premio per le sue prestazioni, semplicemente ha dimostrato che può avere ancora un ruolo importante».
Gandini, ad della Roma, a margine del Globe Soccer a Dubai (dove Salah è stato premiato come miglior calciatore arabo dell’anno), è intervenuto sul futuro del capitano e su quello di Spalletti: «Francesco può giocare fino a quando vuole, l’allenatore la pensa come me. Il nostro tecnico ha sempre detto che la penna per firmare il proprio contratto è in mano ai giocatori, perché per lui è importante avere grande pressione addosso. Nei primi mesi del 2017 ci siederemo ad un tavolo». Il gap con la Juventus non gli sembra incolmabile: «Siamo già a loro livello. Ci sono 7 punti di differenza in campionato, ma come forza societaria siamo alla pari. La Juve ha dei punti deboli e può fare passi falsi. Lo stadio? Pronto per il 2020/2021». Anche Spalletti ha ripercorso il 2016: «Mi dispiaceva vedere la Roma non al massimo, questa squadra ora è anche un po’ mia, ma non dimentichiamoci che è stata costruita da Sabatini». Per Baldissoni «Luciano ha avuto un impatto fenomenale, soprattutto sulla mentalità della Roma».