La penna degli Altri 14/12/2016 13:14

Juve-Roma. Quella sfida infinita che sabato può riaprire la corsa allo scudetto

spalletti allegri
LA REPUBBLICA (E. GAMBA) - Sembrano di due galassie diverse e invece la distanza tra e Roma sono appena due pareggini, due vittorie mancate dai giallorossi, lo scellerato 2-2 di Cagliari e lo sventurato 0-0 di Empoli. Sono le firme di due ex romanisti, Borriello e Skorupski, a tenere separate due squadre che fin qui hanno più o meno fatto le cose uguali: hanno perso tre volte a testa, hanno sempre vinto in casa, hanno fatto (35/36) e subìto (14/16) quasi gli stessi gol. Però è un equilibrio fragile, perché se sabato la dovesse vincere succederà ciò che tutti vaticinano dall’estate: il campionato finirà prima ancora di arrivare a metà. Ma per ora le differenze sono minime: due pomeriggi mezzi storti, tutto lì.
-Roma è stata una sfida scudetto grosso modo dal gol (annullato) di Turone in poi. Ecco: nella memoria collettiva sono rimaste soprattutto vittorie bianconere con episodi un po’ così. Deschamps su Gautieri. Il guardalinee e Aldair. Il violino di . Da parte romanista, il ricordo più gaio è il 2-2 del 2001, col famoso gol di Nakata che poté giocare perché era appena cambiate le regole sugli extracomunitari. Se chiedete a uno juventino di elencare un’ingiustizia subita, vi parlerà di questa. In casa la Roma ha vinto appena appena 8 volte su 82: come la Lazio (ma su 72 tentativi), la metà del Toro, un terzo del Milan, meno anche dell’. Non hai mai espugnato Torino due volte nello stesso decennio e siccome l’ultimo successo risale al gennaio 2010, in teoria per il prossimo toccherebbe aspettare il 2020.
L’equilibrio tecnico non si rispecchia in quello finanziario, perché il fatturato della continua a espandersi, sfiora ormai i 400 milioni e punta ai 500. Anche la Roma ha toccato il suo massimo storico, ma con appena 214 milioni: poco più della metà dei rivali. Meno ampia la forbice degli stipendi: la spende per i suoi calciatori 197 milioni, la Roma 138. Ma il prossimo bilancio da una parte si appesantirà dei guadagni di Higuain, Alves e , dall’altra si alleggerirà grazie ai risparmi per il bosniaco e , cui a giugno scadrà il contratto. Fino a luglio era il più pagato della serie A (6.5 milioni), poi il Pipita (7.5) l’ha scavalcato.
Ne hanno avuti di migliori, anche se la si è divincolata dalla batosta di Marassi vincendo due gare complicate (Atalanta e Toro) così come la Roma, che dopo il ko di Bergamo ha battuto (vabbè), Lazio e Milan. Allegri ha ritrovato Dybala (esce Mandzukic?) ma continua a essere senza Barzagli, Bonucci e Dani Alves. oltre a e ha perso Bruno Peres, però gli sta ronzando in testa l’idea : l’egiziano potrebbe giocare una ventina di minuti, ma se dimostrasse di avere un’autonomia superiore potrebbe persino partire dall’inizio. Entrambe le squadre hanno moduli snodabili, però la si sta assestando sul 4-3-1-2 e la Roma sul .
I bianconeri continuano a prendere gol ogni volta, mentre ha impermeabilizzato i giallorossi: 11 gol subiti in 9 par- tite senza di lui, appena 5 in 7 con lui.
Toscani e diversi, Allegri e hanno pochi tratti in comune. Lo juventino punta sulla leggerezza, è meno cerebrale, segue spesso l’istinto che lo guidava quando giocava e ha la grande qualità di non entrare mai in conflitto con i campioni.
Il romanista è più “scientifico”: in carriera ha innovato, inventato (il con falso 9), modificato, inseguito l’estetica, studiato (e vinto) all’estero. Da quando è rimpatriato, sembra si sia fatto più pratico e più psicologo: la sua grande battaglia è contro gli sbalzi umorali di Roma, la parola che odia di più è “ambiente”. Allegri la pressione sa alleviarla, sempre e comunque. Alza la voce solo quando i suoi tendono a diventare snob.
segna più di Higuain (12-9) e, soprattutto, si sta facendo ruotare la squadra attorno, mentre la sfrutta il suo centravanti più come valore aggiunto, senza riferire tutto a lui. giura che a Roma ha lasciato solamente amici, ma chissà se davvero i suoi compagni gli manifesteranno dell’affetto. è un tenace antijuventino: giocherà con i fischi addosso, e ne sarà fiero.