La penna degli Altri 18/10/2016 16:07
Serie A e Champions, ecco come cambierà il calcio
REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - La rivoluzione è in arrivo ed è prevista dal 2018 ma le basi verranno messe già nella primavera del prossimo anno. Sì, perché la Uefa e la Lega di serie A venderanno i diritti tv per il triennio '18-'21. I padri-padroni delle venti società maggiori guardano con grande interesse a questo doppio appuntamento, decisivo per le loro sorti perché, e non è certo una scoperta, i club dipendono in grandissima parte dai soldi delle tv (almeno in Italia, all'estero è diverso). La Lega di Beretta si muoverà con estrema cautela vista la sanzione dell'Antitrust (la pratica ora è al Tar) e l'inchiesta della Procura della Repubblica di Milano che sembra però aver perso lo slancio iniziale. La Lega farà un bando, dopo aver fatto approvare dalle autorità garanti (Antitrust e Agcom) le linee guida, proprio per evitare altri problemi. Non ci sarà più Marco Bogarelli, deux ex machina degli ultimi contratti e in procinto di lasciare Infront. Adesso la Lega incassa un miliardo e 200 milioni all'anno e spera di restare almeno su quella cifra: non è escluso, le pay tv sarebbero disposte a pagare le cifre attuali (Sky 572 milioni e Mediaset Premium 373), a fronte di un mercato del calcio italiano in decrescita continua di ascolti. La Lega è disposta ad aumentare gli slots (o finestre) per venire incontro alle emittenti, arrivando sino a dieci come in Spagna (vedi Spy Calcio del 17 settembre). Si giocherebbe quindi dal venerdì al lunedì, a tutte le ore, soprattutto nelle settimane che precedono le Coppe europee. Si cercherà di aprirsi sempre più al mercato estero, soprattutto Medio Orientale. Il bando d'asta si farà con le regole attuali: la proposta del legge di modifica della "Melandri", depositata alla Camera da due deputate Pd, Lorenza Bonaccorsi e Daniela Sbrollini, non è stata ancora calendarizzata. L'iter in commissione non è ancora iniziato: se ne parla (forse) dopo il referendum del 4 dicembre. Impossibile quindi fare a tempo con il prossimo bando della Lega: la legge Melandri (del 2008) resterà in vigore sino al 2021 (a meno che il governo faccia un decreto d'urgenza).
"Colpaccio Mediaset, toglie la Champions a Sky": qualcuno titolava così quando, nel 2014, la tv berlusconiana si era impossessata dei diritti ('15-'18) della Coppa con le grandi orecchie. Ma è stato un bagno di sangue, spesi 690 milioni in tre anni (230 milioni all'anno) e risultati insoddisfacenti. Ora Mediaset Premium sta trattando con Vivendi ed è difficile prevedere come si muoverà all'inizio del prossimo anno quando la nuova Uefa di Ceferin metterà in vendita i diritti dal 2018. Sky non ha fatto un dramma per aver perso la Champions: si è concentrata su altri prodotti, dalla serie A (unica a trasmettere tutte le 380 partite, in diretta e Alta Definizione) all'Europeo dell'estate scorsa (che è andato bene), alla Europa League (dipende da chi c'è). Ma quanto vale la prossima Champions? Ci saranno quattro squadre italiane sicure, e non più come ora due ai gironi e le terza che tenta (senza riuscirci) di qualificarsi ai playoff. Ma la Uefa si sogna i soldi del passato e tutti gli operatori non sarebbero nemmeno più disposti a pagare somme più alte. La politica delle pay tv (sia Mediaset che quella di Murdoch) d'altronde è chiara: va bene puntare sul calcio ma senza follie. Il football, compresa la Premier League, è trainante per gli abbonamenti (costanti, mentre gli ascolti del calcio italiano sono in calo) ma c'è anche una forte attenzione a basket, F,1, Gp Moto (finché ci sarà Valentino).