La penna degli Altri 23/10/2016 16:26
Roma, la grande occasione
IL TEMPO (A. SERAFINI) - La battuta d'arresto in Europa non può distruggere quanto di buono costruito con gli ultimi risultati in campionato. Sarà per questo che Luciano Spalletti ha deciso di non alzare i toni nello spogliatoio e di mantenere alto il morale in vista della sfida di questa sera con il Palermo, perché tornare subito in campo aiuta a dimenticare anche le anomalie della squadra. Quelle che ancora una volta si sono registrate nel finale della sfida con l'Austria Vienna: «Ma non è il nostro livello - ci tiene a sottolineare l'allenatore toscano nella conferenza della vigilia – noi dobbiamo puntare a rimanere sugli standard della trasferta di Napoli. Quello che è successo è doloroso, ma gli episodi dolorosi non ci toglieranno mai la voglia di fare qualcosa di importante e sono convinto che con il Palermo lo faremo vedere». Un cambio di rotta probabilmente dettato dai continui richiami all’attenzione lanciati già in questo inizio di stagione e forse ormai inutili da sbandierare ancora pubblicamente. Anche perché quando si torna a parlare di ricerca di mentalità vincente, i riferimenti sono sempre gli stessi: «A volte ci fermiamo e poi ripartiamo - prosegue Spalletti - contro l'Austria Vienna ci siamo riposati e questo non può accadere. Ci sono calciatori che non mollano mai e altri che ogni tanto abbassano il livello, si compiacciono di quanto fatto precedentemente, senza essere pignoli nella ricerca del risultato. Deve essere una qualità del professionista quella di saper scegliere il momento in cui essere professionisti».
Poi c'e tempo di analizzare anche qualche altra dichiarazione di giornata. Per rimanere in tema di professionisti, Spalletti tesse le lodi dello staff tecnico scelto più di un anno fa dal presidente Pallotta, uno dei motivi che aveva incrinato invece il rapporto con l' ex tecnico giallorosso Garcia: «Quando arrivo in un posto porto il mio metodo di lavoro - replica Spalletti - sono loro che si debbono adeguare al mio modo di lavorare. Norman e Lippie sono persone sensibili e intelligenti, quindi lo hanno fatto subito. Danno un contributo importante, sanno pesare il lavoro, non sconfinano, pesano bene le esercitazioni. Sono perfetti nel documentarmi sempre su quello che è il lavoro che stiamo facendo, per me è una conferma, un valore aggiunto che mi dà la possibilità di lavorare bene e poi con loro posso parlare veramente di tutto. E chiaro che devono accettare di allinearsi al mio metodo di lavoro». Non c'è voglia invece di proseguire la polemica a distanza con il ct della nazionale olandese Blind, toccato dalle parole di Spalletti («Strootman ha giocato senza allenarsi») e tornato alla carica contro l'allenatore giallorosso. Il toscano pero preferisce metterci una pietra sopra: «Io frustrato? Addirittura siamo arrivati alle offese. Diciamo che ha ragione lui, non ho tempo e voglia di soffermarmi su questa cosa perché devo pensare alla partita».
Resta il fatto che Strootman, ancora non al meglio per il mal di schiena accusato nelle ultime settimane, stasera ripartirà della panchina, lasciando ancora una volta a Paredes il compito di completare il centrocampo insieme a De Rossi e Nainggolan. In attesa di svuotare l'infermeria, verrà riconfermata la difesa utilizzata giovedì all'Olimpico in Europa League: Szczesny a parte (nuova rotazione con Alisson) sulle fasce sarà ancora il turno di Florenzi e Juan Jesus al fianco della coppia «titolare» Manolas-Fazio. Si cambia invece in attacco: con Perotti fermo ai box, El Shaarawy spera di dar seguito all'exploit europeo in supporto a Dzeko e Salah.