La penna degli Altri 15/10/2016 17:14
Mai in tv la domenica alle 15: la Serie A guarda al passato
LA REPUBBLICA (S. SCACCHI) - Una spruzzata di Liga, un pizzico di Premier League: mescolare insieme per ottenere una nuova Serie A. Così l’Italia sta provando a uscire dalla crisi di interesse nei confronti del nostro campionato, testimoniata da stadi spesso semi-vuoti e audience delle pay tv in calo. Questo mix rischia di provocare per la prima volta un’inversione di tendenza alla voce ricavi domestici in occasione dell’asta per la cessione dei diritti tv del triennio 2018-21 che entrerà nel vivo nei primi mesi del 2017. Ecco perché Lega di Serie A, Figc e club stanno studiando le contromisure necessarie a ribaltare lo scenario.
La prima mossa sarà quella di avvicinarsi al modello spagnolo, aumentando il numero delle finestre orarie con una partita sola. A sud dei Pirenei si parte il venerdì sera alle 20.45, si passa al sabato alle 13, poi alle 16.15 e così via fino alla domenica alle 20.45: dieci gare, dieci orari diverse.Per la gioia delle tv che in questo modo possono offrire un prodotto senza concorrenza calcistica. E per la felicità di chi deve vendere i diritti internazionali avendo a disposizione numerose alternative per intercettare la prima serata dei palinsesti dell’Estremo Oriente, il nuovo Eldorado del calcio europeo. Non a caso sempre più spesso Real e Barcellona scendono in campo alle 16.15, calcio d’inizio ideale per gli appassionati cinesi di Cristiano Ronaldo e Messi.
Ma la rivoluzione della nuova Serie A potrebbe andare oltre. La strada è tracciata dalle recenti parole dell’ad del Bologna, Claudio Fenucci: «Sono sempre stato un sostenitore della riduzione delle gare trasmesse in diretta. Per proteggere lo stadio e dare qualità al prodotto». Qui entra in gioco il modello inglese che non prevede gare in televisione per il blocco del sabato alle 15. L’aumento delle finestre orarie potrebbe convincere gli operatori italiani ad accettare un sistema analogo per la domenica pomeriggio della Serie A: una fascia che produce audience sostanzialmente simile a quella di una sola partita in onda in orario autonomo. Quindi il sacrificio sarebbe ricompensato dall’introduzione di nuovi slot. Questa modifica consentirebbe un ulteriore passo in avanti nella valorizzazione della Serie A: i regolamenti Uefa e Figc permettono di vietare la messa in onda di partite di campionati esteri solo in assenza di una contemporanea diretta tv del torneo nazionale. Potrebbe quindi succedere qualcosa di simile all’Inghilterra dove, per esempio, il Clasico Barcellona-Real del 3 dicembre (ore 16.15) sarà oscurato a beneficio del tutto esaurito negli stadi.
È il momento di un sano dirigismo per studiare le misure necessarie a restituire appetibilità al calcio italiano. Non a caso torna d’attualità il dibattito sul nuovo statuto della Lega di Serie A che dovrebbe andare nella direzione di un presidente-manager forte con diminuzione dei poteri dell’assemblea. È un tema in agenda da anni ma le nuove speranze del fronte guidato da Juventus e Roma (con possibili alleate in Napoli, Bologna, Fiorentina e Sassuolo) sono legate alle evoluzioni proprietarie di Inter e Milan. I nuovi investitori cinesi potrebbero spingere per una governance più agile, anche se sul fronte rossonero mancano diversi tasselli. Ma ormai è impossibile stare fermi. La Serie A inizierà a cambiare seguendo una ricetta con gli ingredienti migliori di Spagna e Inghilterra.