La penna degli Altri 06/08/2016 14:16

Danilo Pereira è la stella di Nuno Espirito Santo

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IL MESSAGGERO (B. SACCA') - Solido in difesa. Equilibrato in mediana. Talentuoso in avanti. Il Porto certo non sarà un rivale europeo morbido, per la Roma di . Tanto per cominciare, va annotato che il campionato portoghese debutterà venerdì sera: e ad inaugurarlo sarà proprio la squadra di Nuno Espirito Santo, opposta al piccolo Rio Ave. Per cui è facile immaginare che saranno più preparati dei giallorossi sotto un profilo atletico, i Dragoni. Poi bisogna ricordare pure che il Porto ha chiuso la scorsa Primeira Liga al terzo posto della classifica, sistemandosi alle spalle del Benfica e dello Sporting Lisbona. Insomma del gruppo delle teste di serie del sorteggio, i lusitani erano fra i club più pericolosi.

LE LINEE - Venendo al piano tattico, Espirito Santo in genere si affida al , anche se spesso vira verso il . Così, davanti all'ex madridista Casillas, si allineano i quattro difensori Pereira, Marcano, Martins Indi e Telles. Al centro del campo, invece, si distende una linea formata da Neves e da Danilo Pereira, appena laureatosi campione d'Europa con il Portogallo di Fernando Santos. Il trio dei trequartisti poggia su Brahimi, Herrera e su Corona. A trascinare l'attacco provvede infine il camerunense Aboubakar, classe 92, autore di 13 gol nell'ultimo campionato.

QUEL RIGORE - Il perno della squadra però è il tecnico Espirito Santo. Quarantadue anni, era il secondo del Porto di José Mourinho, quello che vinse la nel 2004. E devono essere stati gli anni trascorsi con Mou a lasciare sui taccuini, e nella mente, di Nuno l'orma di una serie di idee tattiche. Pur giocando tra i pali, nel 2003, durante una sfida di Coppa del Portogallo contro il Varzim, Espirito Santo riuscì anche a segnare su calcio di rigore. Per un anno e quattro mesi, compresi fra il luglio del 2014 e il novembre del 2015, ha guidato il Valencia, raccogliendo quasi il 52 per cento delle vittorie e centrando comunque un buon quarto posto nella Liga. Al Porto è approdato giusto 66 giorni fa, a sostituire José Peseiro. Ma, in fondo, non è stata una rivoluzione epocale. Perché il presidente Pinto da Costa ha cambiato sei allenatori negli ultimi 36 mesi. Sei. Neppure fosse un presidente italiano...