La penna degli Altri 07/07/2016 13:39
Il balletto fra Comune e Regione sullo stadio
IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - «Rimaniamo in attesa che dal Campidoglio ci giunga il parere di conformità del progetto alla delibera di pubblico interesse. Poi partirà la conferenza di servizi decisoria». Lo Stadio della Roma approda in Consiglio regionale con le domande del capogruppo di Forza Italia, Antonello Aurigemma, rivolte all’assessore all’Urbanistica, Michele Civita. A che punto è l’iter? Qual è la posizione della Regione? Il dossier verrà discusso in Commissione Urbanistica? «Faremo una seduta dedicata – ha risposto Civita – in Commissione appena il Comune ci comunicherà formalmente il suo parere, prima di aprire la Conferenza dei Servizi per fare anche una valutazione politica sul progetto, che non avrà alcun valore giuridico e amministrativo». Anche perché la norma non prevede ulteriori passaggi politici.
Si apre però una querelle politico-amministrativa sulla variante urbanistica. «Il Comune – spiega Civita – ha avviato il procedimento di approvazione della variante urbanistica che, però, deve essere ancora concluso. Il che vuol dire che va completato con pubblicazione della delibera, osservazioni dei cittadini, controdeduzioni del Consiglio comunale e approvazione finale. Questo procedimento, una volta concluso, va riportato in Conferenza di Servizi che, può così concludersi. Anche la convenzione urbanistica (il contratto fra Comune e proponenti, ndr), poiché si tratta di materie inerenti il bilancio e il patrimonio, deve tornare in Consiglio comunale per l’approvazione. Questi passaggi si faranno durante lo svolgimento della Conferenza di Servizi e, una volta approvati, torneranno in Conferenza affinché questa si possa chiudere definitivamente. Da parte nostra abbiamo già avviato le procedure per la Valutazione Ambientale Strategica».
Dagli uffici del Campidoglio, però, emerge una diversa lettura dell’iter: la delibera del 2014 non ha avviato l’iter della variante urbanistica ma ha conferito mandato al rappresentante comunale in Conferenza di Servizi ad assentire a un progetto che comporti una variante entro massimo 354mila metri quadri (corrispondenti ai 977mila metri cubi di tutto il complesso). Una volta che, in Conferenza, tutti i partecipanti abbiano esaminato il progetti nel dettaglio, si potrà portare in Consiglio comunale l’esatta variante e la convenzione che dovranno poi essere ratificati. Solo a quel punto sarà avviato l’iter della variante con pubblicazione, osservazioni e controdeduzioni da riportare direttamente in Conferenza di Servizi. Insomma, un ginepraio di interpretazioni degno dell’Azzeccagarbugli di Manzoni.