La penna degli Altri 14/06/2016 13:30

"Voglio lo straordinario"

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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - L'Italia si innamori dell'Italia. E' lo slogan che esce dalla pancia dello stadio di Lione, dove rimbombano ancora sonore le grida di un successo e dove la banda azzurra di ha demolito il talentuoso Belgio di Mertens, Hazard, Witsel, e Fellaini. Gli azzurri di Pellè, Giaccherini e Bonucci stanno provando a rendere orgoglioso un Paese che ha accompagnato gli azzurri alla partenza per la Francia con tanto scetticismo. Una vittoria così netta accresce l'autostima di un gruppo e di un allenatore che ci credono dalla prima ora. Era la voglia di stupire che ha mosso tutto. Ecco, l'Italia ha stupito. «Siamo stati bravi nella sofferenza, i miei calciatori sanno che per vincere devono fare lo straordinario, non basta l'ordinario. Per fortuna esiste il campo con i suoi verdetti, perché di scritto non c'è niente», il commento di , che non fa altro che esaltare le doti dei suoi ragazzi nei quali in pochi credevano. «Chi la pensava in un certo modo e ha cambiato idea dopo una sola partita, vuol dire che non capisce niente. Mi dispiace dirlo, ma è così». E' vero, ma forse queste partite, al di là della vittoria, aiutano ad affezionarsi a un gruppo realmente molto coeso. «Lo sto ripetendo dall'inizio: io guido un'Italia di uomini e di bravi calciatori. E' importante che ci sia coesione, perché in competizioni del genere vai avanti se il gruppo vive in simbiosi. Avete visto: tutti hanno partecipato al successo, da chi ha giocato a chi è entrato, fino a chi voleva scendere in campo e invece è rimasto in panchina. Spero che questa vittoria aumenti la convinzione in questi ragazzi, ne hanno bisogno». è il vero artefice di questo primo successo, per come ha preparato la partita e per come ha caricato la squadra, senza trasmetterle tensione. Ora l'Italia dovrà stupire ancora, perché una vittoria così crea aspettative. E' il destino.
QUANDO NASCE UN AMORE Sta nascendo un amore, insomma. «Non lo so se riusciremo a far innamorare i nostri tifosi, ma sono convinto che quando vedranno come saremo capaci a lottare e come reagiremo davanti alle difficoltà, apprezzeranno. Al di là del talento che questi giocatori possono avere. Indossare la maglia della nazionale ti procura un sentimento unico, prima della partita ero molto emozionato. Qui ci sono calciatori consapevoli che per far parlare di loro dovranno fare cose eccezionali». Il pericolo è l'appagamento dopo una vittoria così bella e inaspettata. «Questo successo non ci farà passare la fame e la sete, ma vogliamo andare avanti con la stessa voglia di stupire. Dobbiamo continuare a lavorare senza fermarci».
IL FUTURO È ORA  non si ferma, pur godendosi la vittoria. Si vede negli occhi e ancora porta il segno del successo là sotto il naso, dove c'è il sangue di un'esultanza un po' vigorosa. «Bisogna essere felici e godersi la vittoria, ma bisogna pensare subito alla Svezia. Il ricordo di Manaus è vicino: come ricorderete tutti, l'Italia vinse la prima al Mondiale poi è uscita al primo turno. Vogliamo arrivare dove meriteremo di arrivare. Senza se e senza ma, senza recriminazioni».