La penna degli Altri 08/06/2016 13:32
Totti: "Continuo per lo scudetto"
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - La voglia di scherzare, nonostante l'estenuante tira e molla al quale è stato sottoposto negli ultimi mesi, non gli è passata. «Ho firmato per tre anni», ha scherzato ieri Totti all'uscita dello studio Tonucci per poi aggiungere in modo sibillino: «Contento? Chiedete a Pallotta». Non c'è il tempo di farlo perché il presidente si palesa all'improvviso vicino a lui facendo con le dita il gesto del tre. Poi, dopo aver posato a favore dei flash, si volta e torna indietro. In precedenza, proprio Jim aveva tentato in mattinata l'ennesimo bluff: «No, non vedrò Francesco. Ci siamo dati appuntamento a Miami in vacanza, è quello il miglior posto per incontrarlo. Dovrebbe andare tutto bene con lui». Il condizionale, da ieri pomeriggio, può finalmente esser messo nel cassetto. Dopo aver atteso la chiusura della Borsa, la Roma ha diramato il comunicato che ufficializza il rinnovo sino al 2017. Non vengono inserite le cifre ma Totti ha firmato un contratto da 1,2 milioni più bonus personali e di squadra, con diritti d'immagine lasciati in gran parte al club. Nell'intesa già programmato anche il futuro: a giugno diventerà direttore tecnico per le successive sei stagioni (dunque fino al 2023) e guadagnerà 600 mila euro all'anno. «Ho fortemente desiderato questo contratto, che rappresenta la realizzazione del mio sogno. Ho fatto cose illogiche, non pensavo di poter contribuire così al terzo posto», ha poi dichiarato il Capitano a Roma Tv. Ora sogno lo scudetto. Il presidente mi ha promesso che farà una grande Roma. Spalletti? È uno dei tecnici più forti d'Italia».
MESI DIFFICILI - L'happy end fa calare il sipario su almeno 5 mesi caratterizzati da polemiche, silenzi, sensazioni contrapposte, frasi dette e poi smentite, che hanno visto coinvolti a turno Francesco, la società, Pallotta e Spalletti. Nei giorni scorsi Sabatini ha ammesso come fosse contrario al rinnovo («Lo penso ancora adesso», ha ribadito) e che le difficoltà nei rapporti tra Totti e il tecnico fossero legate «a una quota residuale di uno stato d'animo che era maturato in passato». Chissà cosa ne pensa Lucio di queste parole. Di certo, ripensandoci, non potrà negare di aver utilizzato una comunicazione fin troppo muscolare. Che ha portato a diversi colpi di scena e momenti difficili: dall'intervista al Tg1 dove il Capitano chiedeva rispetto all'allontanamento dal ritiro prima di Roma-Palermo; dalle arrabbiature del tecnico per l'estrema sintesi giornalistica sulle prodezze del calciatore (Totti ha salvato la Roma) che offuscavano, secondo lui, la squadra al rimarcare come Totti fosse uno dei tanti («Abbiamo vinto anche senza di lui. Totti non è la Roma. Io non ho né padre, né madre, né parenti, né sentimenti quando faccio la formazione, penso solo a far vincere la Roma. Mi dispiace per lui se la interpreta diversamente, ma non è un problema mio»). La firma di ieri cancella tutto. Anche l'infelice frase di Pallotta che il 12 marzo, a margine dell'annuale Sloan Conference tenutasi a Boston, si lasciò andare a una lunga riflessione sul calciatore: «Il suo corpo non fa bene quello che gli dice la mente, la pressione a Roma nei miei confronti per fargli il rinnovo è incredibile. Ho avuto molti colloqui con lui e gli ho detto che starà con la Roma per più di 30 anni ma di pensare a come smettere. Non trovo che sia difficile capirlo, ma lo è per la cultura italiana».
L'AUGURIO - Sembra paradossale dopo 24 anni nei quali ha battuto tutti i record del club. Ma Totti il rinnovo se l'è dovuto conquistare sul campo. Con 4 gol (tutti decisivi ai fini della corsa al terzo posto: pareggio con l'Atalanta, l'uno-due in 4 minuti al Torino, il pari a Genova che poi propizierà il 3-2 di El Shaarawy) e altrettanti assist. «Si è guadagnato questo rinnovo e ora vogliamo che questa sua ultima stagione coincida con l'inizio di una nuova epoca di successi per la Roma», ha annunciato ieri Pallotta. Sarebbero i primi dell'era americana. Gli ultimi della carriera di Francesco.