La penna degli Altri 17/06/2016 13:34
Arrestati i ladri del colpo al Ninja. "Nainggolan fu pedinato"
LA REPUBBLICA (F. SALVATORE) - In ventisette minuti hanno portato via preziosi per oltre 500mila euro: Rolex, Patek Philippe, gioielli Swarovsky, una sfilza di anelli e collane in oro e brillanti, 30mila euro in contanti. Un colpo organizzato nei minimi dettagli quello messo a segno l’8 aprile nella villa a Casalpalocco del calciatore della Roma, Radja Nainggolan. Ieri i ladri sono finiti in manette: si tratta di una famiglia di origine Macedone, ma residente a Bergamo, specializzata in furti in abitazioni. I due figli, poco più che ventenni, si sono introdotti in casa Nainggolan, in compagnia di una terza persona non identificata, mentre i genitori sono andati in perlustrazione nell’isolato dove abita il calciatore nei giorni precedenti al furto, per studiare abitudini e movimenti del centrocampista e della moglie. Per il padre, Vlada Djuric, si apriranno le porte del carcere mentre per moglie e figli il gip ha disposto i domiciliari. A chiedere la misura cautelare è stato il pm Nadia Plastina. Gli agenti del commissariato Trevi lo scorso mese, durante una perquisizione in una villetta a Bergamo, sono riusciti a recuperare parte del bottino ma sono ancora tanti i gioielli che mancano all’appello. Le indagini hanno appurato che in casa Nainggolan sono entrate tre persone: i due figli di Djuric e un terzo. A dirlo, le telecamere a circuito chiuso della villetta.
I tre hanno scavalcato il cancello esterno e poi hanno provato a entrare da una finestra. Viste le difficoltà hanno cambiato idea e forzato la serratura della porta d’ingresso, che il giocatore non aveva chiuso a chiave. Una volta entrati nell’abitazione sono saliti direttamente al primo piano. In un armadio hanno trovato orologi e gioielli di lusso e anche scarpe e cappelli col nome del calciatore e il logo della As Roma. Senza spingersi in altri piani, dopo poco più di venti minuti sono usciti. Alla base di una fuga così precipitosa, secondo gli inquirenti, ci sarebbe la presenza di una talpa, forse un conoscente, ancora assente all’appello, che sapeva i movimenti del calciatore. Un “palo” che lo avrebbe pedinato fin dall’uscita da casa. Nainggolan, infatti, è uscito alle 21.15, per raggiungere in automobile la moglie e gli amici, in un ristorante poco lontano. Alle 22 e 40 si è alzato da tavola ed è uscito dal locale: “Sono andato in un altro ristorante, posto di fronte il locale dove stavo cenando – ha raccontato il giocatore agli agenti – le persone che erano sedute al tavolo con me avevano ordinato del sushi lì e volevo vedere se era pronto”. Tale mossa a sorpresa, secondo gli inquirenti, avrebbe creato agitazione al “palo”. L’uomo, “verosimilmente” posizionato nel parcheggio del ristorante, avrebbe interpretato il movimento del calciatore come un rientro a casa anticipato e messo in allerta i complici, che pochi minuti dopo si sono dati alla fuga