La penna degli Altri 15/05/2016 14:16
La Roma fa 80 ma non basta
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Ottanta punti non bastano per arrivare secondi. L’illusione è durata 25 minuti, il tempo trascorso dal gol di Salah al vantaggio del Napoli contro il Frosinone ridotto in dieci. Ma alla fine arriva lo scontato terzo posto e ad agosto, per la prima volta nella sua storia, la Roma giocherà i playoff di Champions League per conquistarsi un posto nella competizione che garantisce almeno 50 milioni di euro. Strano ma vero, l’anno scorso con Garcia furono sufficienti dieci punti in meno per chiudere alle spalle della Juventus e l’errore della società (col senno di poi) è stato non cambiare l’allenatore in quel momento. È servito il ritorno, tardivo, di Spalletti per rimettere in piedi una stagione improvvisamente trasformata in un incubo. Con la vittoria facile contro il Milan dell’«inutile» Balotelli ieri a San Siro la Roma chiude un girone di ritorno da scudetto: 46 punti conquistati in 19 partite contro i 34 di Garcia, un bottino totale di 83 gol ma ci sarà molto da migliorare nella casella delle reti incassate che a fine torneo sono 41.
La gara di ieri è stata la sintesi del calcio di Spalletti. Nainggolan come «finto» centravanti, nessun riferimento fisso nell’area avversaria, Dzeko e Totti seduti in panchina. I numeri danno ragione al tecnico toscano, che con la rete finale di Emerson Palmieri ha visto salire a 19 i marcatori stagionali. Si è capito sin dai primi minuti che la Roma avrebbe avuto vita facile contro un Milan che mette una tristezza infinita. Se per giunta Brocchi lascia in panchina diversi titolari pensando alla finale di Coppa Italia, ultima chance per entrare in Europa League, allora il dominio giallorosso diventa scontato.
Salah è imprendibile, Alex un ex giocatore e Mexes quasi. Così l’egiziano fallisce un’occasione ma realizza quella successiva su assist di Strootman: tredicesimo gol in campionato per il capocannoniere giallorosso. Anche l’olandese sta bene, lotta, ringhia, cuce gioco: è la notizia migliore di questo finale di stagione. La qualità di Pjanic, l’intelligenza tattica di De Rossi e l’esplosività di Nainggolan hanno completato un centrocampo super: sarebbe davvero un peccato se venisse smontato sul mercato.
Nonostante una netta superiorità, la Roma ha dovuto aspettare la ripresa per chiudere i giochi con il gol dell’ex El Shaarawy (splendida palla di Pjanic) e il timbro di Emerson Palmieri, entrato in campo dopo Totti (standing ovation di San Siro) e prima di Dzeko. Simbolica la parata strepitosa di Donnarumma sulla punizione «a due» calciata dal capitano romanista: due generazioni a confronto. C’è spazio anche per il gol della bandiera di Bacca, ma la Roma chiude il campionato vincendo dopo tre anni. Il salto in avanti della mentalità c’è stato, il miracolo no. Ora l’urna dell’Uefa non faccia troppi scherzi.