Tra quelli che esultarono ci fu anche Francesco Totti che, dalla panchina, non nascose la gioia. Un suo giudizio sul capitano della Roma?
“Che dire? Uno dei dieci calciatori più forti contro cui ho giocato. È un attaccante determinante. Per anni – e pure quest’anno – è riuscito a risolvere tante partite con una giocata sola”.
Come mai la sua esperienza all’Inter non decollò dopo quel gol?
“Colpa mia. All’epoca mi preoccupai troppo dei calciatori che arrivarono nel mio reparto per farmi concorrenza, così persi un po’ di fiducia in me stesso. Sbagliai. Se avessi continuato a lavorare come se nulla fosse, mi sarei ritagliato uno spazio importante nell’Inter. Pazienza”.
Crede di aver fatto meno in carriera di quello che poteva?
“Probabilmente sì, sarebbe potuta andare meglio, ma non rimpiango nulla. Poteva pure andare peggio. Ho giocato in club importanti, non mi posso lamentare”.
Ha smesso con il calcio nel 2012, a 33 anni. Un po’ presto, forse.
“Diciamo di sì. Il problema è che non avevo più voglia di fare la vita del professionista: allenamenti, ritiri… Volevo solo giocare, senza più pressioni”.
Oggi di cosa si occupa?
“Lavoro come commentatore per una tv francese e quando ho tempo organizzo spesso tornei di calcio amatoriali con i miei amici. Mi diverto ancora con una palla tra i piedi…”.