La penna degli Altri 05/04/2016 16:32

Pennacchi: "Caro Totti, vieni a giocare a Latina"

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Lo scrittore Premio Strega 2010 per Canale Mussolini Antonio Pennacchi, ha affidato alle pagine rosa del quotidiano sportivo il suo pensiero sulla vicenda . Questo uno stralcio delle parole dedicate al capitano giallorosso dallo scrittore di Latina:

"Tutta Italia sa – o almeno lo sanno i ragazzini nei campi oratoriali e gli sportivi d’ogni bar o barbiere d’Italia – che se avesse lasciato la Roma dieci o quindici anni fa, per trasmigrare al Milan, alla , al Manchester o al , avrebbe vinto tutto: scudetti, , Palloni d’oro quanti ne voleva. Ma non volle e restò lì, a fare la «bandiera» diceva lui, tutta la vita con la stessa maglia giallorossa, tutta la carriera in una sola squadra. È stato amato per questo dai suoi tifosi: «Un capitano! C’è solo un capitano!» e invidiato – quand’anche odiato ed ingiuriato dai tifosi avversi – per l’assoluta intuizione lirica del suo stare nel campo, le magie balistiche, il controllo telepatico del pallone, estetica allo stato puro. Come lui, nessuno mai. «Figlio del dio Eupalla», avrebbe detto Gianni Brera.

La favola bella, però, sembrerebbe oramai finita. Non c’è più posto adesso per nella Roma. Forza allora, signor , non demorda. Tenga duro e vada avanti. Se la favola sua nella Roma è destinata a chiudersi per univoca scelta della Roma e del suo allenatore – scelta sia pure tecnica o meno – non per questo è finita la favola sua, di capitano e calciatore. Questa favola può continuare. Anzi, può finire in gloria sempre più crescente: venga a giocare a Latina e ci porti in Serie A – alla faccia pure di Lotito – e da qui all’eternità faranno i film ad Hollywood su di lei. Si vedranno in dvd – quando li colonizzeremo – pure sui pianeti della cintura di Orione: «Dalle paludi in Serie A»".

(gasport)