La penna degli Altri 02/03/2016 13:58
Totti, il lunghissimo addio. Ecco quanto vale un anno del tesoro della Roma
LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA/M. PINCI) - Totti continua. Nei suoi desideri, nei suoi programmi almeno: non vuole smettere di essere un atleta, vuole aggiungere un’altra stagione alla sua carriera, la numero 25 con la Roma, quella delle nozze d’argento. Lo ha ribadito anche ieri al presidente, e ora aspetta una risposta. Che, se favorevole, aprirebbe la lunga stagione dell’addio. Solo una partita amichevole di congedo dal calcio varrebbe oltre tre milioni, fra l’Olimpico esaurito e i diritti tv. Per ora però bisogna aspettare. Perché il primo, atteso incontro fra James Pallotta e il capitano giallorosso - un caffè a Trigoria, ore 8.15 del mattino - è finito con un rinvio. Convenevoli a mezzo interprete (il team manager Zubiria) prima della frase che Pallotta aspettava: Presidente, come le ho già detto io voglio fare ancora il calciatore. Anche accettando un impiego part-time. Mr President ha finalmente preso atto personalmente di quello che tutti sapevano, ma ha anche preferito prendere tempo: «Riparliamone prima di lunedì». Ora partiranno le valutazioni interne, con i dirigenti e anche o soprattutto con Spalletti. Da un lato c’è la volontà di sfruttarne il peso e l’esperienza all’esterno del campo, in un altro ruolo. Ma dall’altro c’è la sensazione che sia diventato complicato non esaudirne la volontà di giocare un’altra stagione, non prima di aver risolto la questione economica: i 600mila euro garantiti da un possibile contratto da dirigente sono molto inferiori alle aspettative invece di Totti calciatore ancora per un anno.
Davanti, c’è l’idea di una passerella lunga dodici mesi. Il numero 10 ha giocato solo 6 partite ufficiali quest’anno, ma il suo brand è ancora fortissimo, assai lontano dal tramonto. La Roma vende 80mila magliette l’anno, e 50mila hanno impresse il suo nome e il suo numero (al club va un quinto dei ricavi, circa 800mila euro annui). Anche a gennaio 2016 è in cima alle vendite. Totti stesso ha un giro d’affari fra i 6 e i 7 milioni l’anno, 3,2 milioni di stipendio più i ricchi contratti con Nike e Lottomatica. Negli spot, con la consueta ironia, Francesco immagina le sue mille vite alternative a quella di calciatore: nella realtà, invece, non vuole fare altro. Non ancora. La potenza commerciale dell’ex azzurro non è scalfita dal ridotto minutaggio. A ottobre, un’indagine di Repucom basata sul “celebrity Dbi”, indice di notorietà e percezione, ha stabilito che Francesco Totti ha un livello di popolarità pari al 99% (insomma, lo conoscono tutti in Italia), secondo solo a Valentino Rossi fra gli sportivi italiani. Ed è in cima anche per indice di gradimento (73, come Pirlo e Buffon) e fiducia ispirata nell’audience (57 l’indice, altissimo). Un altro anno di Totti, dunque, consentirebbe di diluire nel tempo tensioni e nostalgie. E di passare da un divorzio immediato e traumatico a una separazione lenta che trasformerebbe in evento ogni singola tappa (l’ultima sfida a Juve, Inter o Milan, l’ultimo derby, l’ultima in casa, l’ultima in assoluto). Successe per Baggio a Brescia, il suo ultimo anno fu un irripetibile tour d’addio, la squadra registrò 14mila presenze di media in casa (l’anno dopo, senza Baggio, 7mila: la metà). E succede assai più frequente negli States, dove gli addii di leggende come Derek Jeter, capitano dei New York Yankees, o di Kobe Bryant, che a novembre ha scritto una lettera ai tifosi dei Lakers per comunicare il suo ritiro a fine stagione, hanno trasformato la fine di un’era in un nuovo inizio.