La penna degli Altri 10/02/2016 14:03

Roma, adesso tocca a Dzeko

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IL TEMPO (E. MENGHI) - Dal Carpi a Carpi per tornare ad essere il «vero» . È proprio dal sonoro 5-1 di fine settembre rifilato alla squadra di Castori che è iniziato il declino del centravanti preso in estate come bomber di lusso per e diventato presto un oggetto misterioso con un pessimo feeling con il gol. non riesce proprio a vederlo come un problema, perché «è l’attaccante che avrei chiesto anch’io, quello che ogni allenatore vorrebbe avere» e in allenamento urla più contro chi lo serve male piuttosto che contro di lui. Vorrebbe che arrivassero più palloni giocabili dalle parti del bosniaco, a digiuno di reti da 78 lunghi giorni, contando l’ultimo in ordine di tempo segnato al in , mentre in campionato si deve risalire a quello di tre giorni prima al .

A novembre aveva in effetti vissuto una parentesi positiva, ma l’infortunio al ginocchio nella famosa vittoria di Pirro contro il Carpi lo ha sicuramente condizionato in questa stagione. riparte da Modena, contro gli stessi avversari di settembre capaci nell’ultima giornata di mettere in difficoltà il capolista, e lo fa la consapevolezza di doversi scuotere subito, perché tra una settimana esatta c’è Roma-Real Madrid e non vuole certo sfigurare. è disposto a dargli nuova fiducia, il fatto che la squadra sembra aver trovato la quadratura del cerchio senza prima punta in campo non significa che rimettendo Edin al suo posto non possa funzionare lo stesso. Ammesso che il giocatore abbia la giusta intenzione e la voglia di ricominciare: a Trigoria ci giurerebbero. «Non è tranquillo, ma ha delle capacità e dobbiamo sfruttarle», ha sentenziato il tecnico di Certaldo dopo il 2-1 con la Sampdoria.

Il morale dell’attaccante è basso, la squadra ha ripreso a vincere senza di lui, qualche volta l’ha fatto anche mentre era in campo senza lasciare però il segno e il non riuscire a dare una mano lo scoraggia sempre più. Tutto questo non si vede negli allenamenti, dove dà il massimo e la strada del gol la trova pure, ma il vero banco di prova è quando l’arbitro fischia e il cronometro inizia a scorrere. Ogni minuto che passa senza segnare fa aumentare la delusione del centravanti che non riesce a dare quello che vorrebbe. Non è un caso che il primo, seppur severo, rosso della sua carriera sia arrivato nel momento di flessione sotto porta. E non stupisce nemmeno la reazione sopra le righe alla sostituzione nel match contro il .

per far sì che ritrovi se stesso gli sta dando fiducia a parole, lo sta proteggendo dalle critiche preferendo puntare il dito verso chi non lo serve a dovere e gli sta soprattutto dando indicazioni tattiche che possano portarlo più facilmente al gol. Se potesse scegliere, ha rivelato di recente, preferirebbe giocare con un’altra punta a fianco, ma per il suo fisico «da belva» dovrebbe bastare che i palloni gli cadano praticamente addosso. La fortuna non gli è stata amica, nella prima gara con il nuovo tecnico in panchina è stato il palo a negargli la rete della liberazione, ma chissà che ora che la ruota è girata possa goderne anche lui.

La nascita della figlia Una ha restituito il sorriso a Edin, che spera di fare presto un gol da papà. Venerdì avrà la prima occasione per farlo, il piccolo infortunio al polpaccio rimediato contro il è acqua passata ed è pronto a riprendersi una maglia in attacco. Nella Roma che deve capire cosa vuole fare da grande c’è un posto assicurato per .