La penna degli Altri 28/01/2016 14:12
Paganini da Trigoria a Frosinone: un ultrà è per sempre
IL MESSAGGERO (M. DI RIENZO) - Ai palcoscenici dei teatri più importanti del mondo ai quali era abituato il papà Raffaele, ex etoile della danza, ha preferito i campi in erba del calcio. Luca Rudolf Paganini (il secondo nome gli è stato messo da suo padre in omaggio all'amicizia con il grande ballerino russo Nureyev), 23 anni da compiere a giugno, invece, è una stella del Frosinone che sabato sera all'Olimpico affronterà la Roma di Lucio Spalletti. Per il talentuoso esterno della squadra di Roberto Stellone non sarà una partita come le altre visto che sin da bambino è tifoso della Magica. «E' vero, ho la Roma nel cuore, ma adesso penso solo al Frosinone e sabato sera contro i giallorossi mi auguro di prendere almeno un punto che sarebbe prezioso per la corsa verso la salvezza», ammette Paganini. Papà e mamma ballerini, lui calciatore. Ha scelto tutt'altro lavoro il secondogenito dell'ex grande ballerino che non ha mai ostacolato il figlio.
QUESTIONE DI CUORE - «I miei genitori mi hanno lasciato carta bianca, nel senso che non mi hanno mai obbligato a seguire la loro stessa strada - aggiunge - . Anche perché la mia passione sin da quando ero piccolo è stato il calcio. Con mio fratello, più grande di me di 7 anni e con alcuni amici, nel giardino di casa a Roma, all'Olgiata, abbiamo piazzato una porta e ogni giorno ci sfidavamo in partitelle interminabili. E' stato mio fratello Alessandro ad iniziarmi a questo gioco. E oggi mamma e papà sono felici di vedermi correre su un prato verde dietro un pallone, oltre ad essere i miei primi grandi tifosi. Peraltro papà è il mio portafortuna perché tutte le volte che viene a vedermi, il Frosinone ottiene risultati positivi. Perciò spero che sia in tribuna pure sabato sera all'Olimpico». Sei mesi nelle giovanili della Lazio, quindi 6 anni in quelle della Roma, scoperto da Bruno Conti. All'andata, al Matusa contro la Roma, Luca Paganini rimase in panchina per tutta la gara. «Stavolta spero di partire titolare - sottolinea - . Sarebbe davvero bello, giocherei per la prima volta contro la Roma all'Olimpico. Da bambino facevo il raccattapalle dietro la porta. E pensavo: chissà se un giorno riuscirò a togliere questi pochi metri che mi dividono dal campo. Il sogno sabato potrebbe avverarsi di nuovo, visto che contro la Lazio c'ero. Esserci contro la squadra per cui faccio il tifo, però, sarebbe diverso, una emozione che a parole non si può descrivere, ma dipenderà dal mister. Al solo pensiero mi vengono i brividi».